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Diritti Tv Calcio - La controproposta dei club a Infront: "Più soldi dalle tv" (La Gazzetta dello Sport)

Creato il 09 novembre 2013 da Nicoladki @NicolaRaiano
Deve essere messo tutto nero su bianco, ma la linea d'azione trova adesso un largo consenso: la Lega è pronta a respingere la proposta di Infront per il rinnovo del mandato di advisor sui diritti tv e a presentare una controproposta con modifiche per nulla marginali. Insomma, le sette sorelle hanno fatto breccia. Sin dalla lettera inviata a fine agosto Fiorentina, Inter, Juventus, Roma, Sampdoria, Sassuolo e Verona hanno messo in discussione un percorso che pareva spianato. Altro che decisioni repentine, ma riunioni tecniche, confronti con i broadcaster, consapevolezza di ciò che il mercato può offrire.
Nel frattempo, si è scoperto che un esponente della maggioranza come Urbano Cairo, conoscitore dei media, ritiene che la Serie A valga di più del miliardo attuale, soprattutto se si sfrutta a dovere l'estero. Ma si è pure constatato che Adriano Galliani, sulla cui vicinanza a Marco Bogarelli si sono spesi fiumi di inchiostro, vede come iattura la creazione di un canale della Lega, vale a dire una delle armi sventolate inizialmente da Infront per uscire dalla tenaglia del duopolio Sky-Mediaset. La Lega, in definitiva, si è confermata il regno dell'insondabile, dove le alleanze nascono e muoiono senza nemmeno accorgersi. Fatto sta che la proposta di Infront (mandato fino al 2021, con minimo garantito da 900 milioni per il triennio 2015-18 e 930 per il 2018-21) non convince parecchi presidenti. E se la prospettiva del canale autonomo era stata già ridimensionata all'ipotesi di un semplice studio di fattibilità, la riunione informale di ieri tra i club ha messo in evidenza altre certezze: niente rinnovo fino al 2021 bensì la formula del 3+3 (cioè prolungamento del mandato a Infront a determinati risultati, oppure diritto di recesso se quegli stessi risultati non vengono raggiunti); innalzamento dell'asticella del minimo oltre cui scattano le commissioni per l'advisor.
E' sul quantum che va trovata un'intesa. Per questo il presidente Beretta ha convocato un altro incontro informale per giovedì, prima dell'assemblea del 18. I club devono mettersi d'accordo sul minimo da chiedere a Infront: qualcuno vorrebbe 950 milioni, altri si spingono al miliardo e oltre, ma c'è pure chi si accontenta di 900. E poi le commissioni. Attualmente Infront percepisce 35-40 milioni sul miliardo di ricavi con un sistema a scaglioni. Le società vorrebbero ribattere con una percentuale fissa (2,5-3%) oltre una determinata soglia, oppure separando il lavoro domestico da quello internazionale, in modo da risparmiare una decina di milioni a stagione. E a quali condizioni scatterebbe il rinnovo? La Roma si è spinta in là: in presenza di 1,3 miliardi di ricavi annui. L'obiettivo di una grossa fetta di club è quello comunque di incentivare Infront a incrementare gli introiti: se adesso la A incassa un miliardo, l'idea è di portare a casa un centinaio di milioni in più, e visti i chiari di luna delle pay tv le aspettative si concentrano sull'estero. Questo è il punto di vista, non ancora omogeneo, delle società. Infront potrà dire di no. A quel punto si aprirà un negoziato dagli esiti imprevedibili.
Marco Iaria per "La Gazzetta dello Sport"

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