Inizia ufficialmente oggi la strada dei diritti della Serie A per il triennio 2015-18: è infatti prevista per questa mattina l'Assemblea Ordinaria della Lega Serie A, il cui ordine del giorno è quasi esclusivamente dedicato alla presentazione delle strategie di Infront, l'advisor della Lega, in merito ai nuovi bandi. Per l'esattezza verrà illustrata ai presidenti dei club della massima serie la «proposta di Infront in merito al contratto di consulenza e collaborazione strategica con la LNPA» ed anche «le possibili strategie di commercializzazione centralizzata dei diritti audiovisivi della LNPA per il periodo post 2015».
Sul tema si sono espressi in settimana anche i due principali operatori televisivi, Sky e Mediaset, con alcune divergenze che sintetizziamo di seguito.
QUI SKY - Ad esprimere il punto di vista dell'operatore satellitare è stato il suo Executive Vice President Sky Sport Channels & Advertising, Jacques Raynaud, attraverso una lettera indirizzata al Corriere della Sera.La principale richiesta - già avanzata anche dall'ad Andrea Zappia in un recente convegno - è quella di prevedere una vendita verticale dei diritti, con la cessione di gruppi di partita in esclusiva e non più le stesse per piattaforma:
«La soluzione che predilige Sky è che la Lega Calcio offra anche dei pacchetti di esclusive, liberamente contendibili e senza divisione tra piattaforme. Perché è l'unico percorso in grado di portare una reale competizione, di favorire l'ingresso di nuovi player, di accrescere le risorse & tutto il sistema e il numero di abbonati. I club potrebbero in questo modo recuperare competitività rispetto alle altre Leghe europee; e i telespettatori avrebbero la garanzia di un prodotto valorizzato al massimo, senza per questo dover rinunciare alla possibilità di avere accesso a tutte le partite. In tutti i campionati in cui si è scelto questo modello, infatti, gli operatori hanno stretto fra loro accordi commerciali che permettono agli appassionati di avere accesso a tutte le offerte su diverse piattaforme».
QUI MEDIASET - La posizione di Mediaset è stata invece illustrata e discussa con la stampa dall'amministratore delegato di RTI, Marco Giordani, che si è avvalso di una ricerca McKinsey per spiegare come le richieste dei club, alla luce della situazione macroeconomica attuale, siano decisamente fuori mercato:«Non si riesce a capire come mai Infront e la Lega Serie A debbano essere gli unici con un segno + alla voce ricavi, quando tutti i mercati sono purtroppo con il segno negativo».Da qui parte la conclusione che il prezzo pagato per i diritti è, secondo Mediaset, assolutamente eccessivo:
«In Inghilterra il prezzo sostenuto dalle pay per i diritti del campionato è di 143 euro per abbonato, in Germania addirittura di 120 euro, mentre in Italia si arriva a toccare quota 176 euro con un mercato saturo di circa 5 milioni di abbonati interessati al calcio».
Motivo per cui anche una eventuale tv della Lega Calcio sarebbe un progetto fallimentare.
Giordani propone quindi due scenari per risolvere l'impasse: una, la migliore, prevedrebbe una riforma strutturale del sistema calcio con un miglioramento degli impianti, una più corretta gestione del calendario (magari giocando anche nelle feste natalizie), stimolando una maggiore competitività del campionato un miglioramento del ranking internazionale. «Una soluzione di lungo periodo - spiega Giordani - attualmente di difficile applicazione vista la situazione in Lega».
La seconda invece verte sulla modifica delle modalità di vendita, prevedendo pacchetti di gare in esclusiva: questa ipotesi porterebbe a privilegiare le sfide con più appeal (e che generano più audience) lasciando invendute e snobbate quelle di squadre meno blasonate. Per questo motivo, pur tra le mille criticità del sistema, Mediaset punta a mantenere una vendita per piattaforma, anche se i rapporti con Infront dopo l'ultimo contratto non sono più così sereni come un tempo. E il colpo di scena potrebbe essere dietro l'angolo: «Se la Lega comincia a toglierci dei pezzi, magari a noi non conviene più acquistare i diritti della A».
Articolo a cura della
Redazione Digital-Sat