Da ultima ha trovato spazio sulle pagine dei giornali la battaglia di Pannella per le carceri, macchia sporca su una pagella dai voti non troppo lindi in materia. Ma siamo il paese della Bossi-Fini, dei cartelloni leghisti con le riserve indiane, della caccia all'immigrato dell'Est costantemente disegnato dai media come stupratore e assassino.
A questo si aggiunga la violenza di genere che va dallo Stalking alla coercizione economica e psicologica molto spesso all'interno di una relazione, alle molestie e gli abusi sessuali e che porta con se ad esempio il dramma del femminicidio che nell'ultimo anno ha visto numeri drammaticamente da record nel nostro paese, tema che su queste pagine avevo trattato qui. In merito andrebbe letta anche la Relazione sull'Italia della Relatrice speciale dell'Onu, Rashida Manjoo, sulla violenza di genere pubblicata sul sito di Amnesty Italia e il rapporto Istat 2006 sulla violenza contro le donne per farsi l'idea dei numeri e dell'allarme sociale che evidenzia.
Non c'è dunque da stupirsi troppo se, notizia recentissima, il nostro paese in fatto di diritti umani è maglia nera, dietro a Russia e Turchia, come fotografa "il Rapporto della Corte europea dei diritti dell'Uomo del 2012".
Quello che serve al nostro paese sono riforme, dal sistema carcerario a quello giudiziario ad esempio. E' dell'8 gennaio la notizia della condanna dell'Italia da parte dell'UE per il problema, mai risolto, del sovraffollamento delle carceri. Ma non è l'unica nota di demerito. L'UE aveva già richiamato il nostro paese giusto un anno fa, in tema di immigrazione, per i respingimenti dei migranti verso la Libia venendo meno ai diritti dei rifugiati (vedi la sentenza sul caso Hirsi).
Vi è inoltre, sul reato di clandestinità eredità dei governi Berlusconi e delle sue leggi in tema di immigrazione, una sentenza della Corte di giustizia dell'UE: il reato dello straniero espulso o respinto che trasgredisce all'ordine del Questore di lasciare il territorio nazionale viola la direttiva UE sui rimpatri e deve essere disapplicato."
A questi problemi, come elencavo all'inizio, vanno aggiunti l'omofobia, la transfobia e la mancanza di diritti per le persone LGBTI sempre più vessati in Italia in cui sulle norme e le sanzioni anti-discriminazione siamo indietro. In questa campagna elettorale sono entrate nel dibattito, con le forze politiche che da mesi mettono bocca sul tema, le unioni civili e i matrimoni gay. Ma quella che manca a priori è una vera sensibilità e una composta serietà nei toni del dibattito riguardo al tema alla diversità, a partire dalle istituzioni siano esse laiche o religiose che si concentrano sul dito senza degnarsi di guardare il problema principale che sta dietro. Si vedano alcune delle ultime uscite politiche o della chiesa o alle purtroppo famose affermazioni dell'On. Giovanardi in materia (ne avevo parlato qui).
Nei dieci punti di Amnesty rientra anche la richiesta per l'introduzione del reato di tortura e la trasparenza delle forze dell'ordine. Questo punto richiama inevitabilmente ai fatti del G8 di Genova, di cui una parte dei responsabili è rimasta impunita nonostante le gravi violazioni, fatti che sono nuovamente sul tavolo della corte europea dei diritti dell'uomo dopo i ricorsi seguiti alla sentenza.
A questi, e lo metto io, andrebbe aggiunto il diritto di voto ai figli di immigrati di seconda generazione nati sul suolo Italiano.
Amnesty Italia ha riassunto questi punti in un sito ad hoc con i quesiti e gli approfondimenti in materia e inviato il tutto ai principali candidati o esponenti di partiti, liste o movimenti politici in corsa per le prossime politiche di febbraio 2013 invitandoli a rispondere su questi temi cruciali per rendere l'Italia un paese moderno e non più fanalino di coda in fatto di diritti. Vedremo se e cosa risponderanno.
Ma oltre alla risposta politica è necessaria una riflessione e l'apertura di un dibattito ampio (e non retorico) anche nella società civile. Non bisogna aspettare che sia la politica a muovere il primo passo. E' urgente una spinta che venga dal basso, dall'elettore che ha, questo si, il potere di fare pressione ed esigere dai propri rappresentati risposte e fatti. Serve in questo senso la firma dell'appello sul sito sopra citato, ma non basta l'attivismo da click. E' indispensabile un monitoraggio costante sulle istanze in temi di diritti umani che non sono solo dei migranti, dei Gay e dei carcerati, ma pure nostri, di tutti. E prima lo capiremo e meglio sarà.
Matteo Castellani Tarabini | @contepaz83
Italy of the not so human rights (yet)
Elections time and time for true requests to the candidates. Amnesty Italia has collected 10 of tghem on a topic that in our country only with great difficulty can find space in the political agenda and it is always too rethorical in the civil society: human rights.
That of Italy and human rights is a story that has seen many issues during the last few years. From immigration to gender discrimination, to prisons, the chronicals are full, unfortunately, of facts that leave us all quite perplexed and worried about the current situation of the country in the matter of rights.
The most recent one is Pannella's battle for prisons, a dirty stain on a not truly brilliant marks page. But we're in the country of Bossi-Fini, the Northern League banners with the Indian reservations, the hunt to the immigrant from the East, constantly drawn by the media as a rapist and a murderer.
To this add the gender violence that goes from stalking to economical and psychological constraint, very often inside a relationship, from harassment to sexual abuse, that bring along the tragedy of femicide, that during the last year has seen record numbers in our country, a topic that I had tackled on these pages a while ago. Everyone should also read the Report on Italy by the special reporter for the UN, Rashida Manjoo, about gender violence published on the website of Amnesty Italia and the Istat report 2006 on the violence against women to get an idea of the numbers and the social alarm they put in light.
No wonder if, and this is fresh news, our country in the matter of rights is last, after Russia and Turkey, as the Report of the European Court for Human Rights in 2012 enhances.
What are country needs are reforms, from the prison system to the judiciary system. On the 8th of January the news broke that Italy has been condemned yet again by the EU for the never resolved problem of crowded prisons. But it's not the only note of blame. The EU had already recalled Italy an year ago, on the topic of immigration, because of the refusal to accept the immigrants from Lybia, thus going against refugees rights. (see the judgment of the case Hirsi)
Furthermore there is a verdict about the fellony of illegal migration, a gift from the Berlusconi governments and his laws about immigration, emitted b the Justice Court of EU: the fellony of the foreigner that is expelled or rejected, and who disobeys the order to leave the national territory violates the EU directive about repatriation and should not be applied.
To these problems, as I said in the beginning, you must add homophobia, transphobia and the lack of rights for LGBTI people, more and more pressed in Italy, whose norms and sanctions against discrimination are very far behind. In this elections campaign we've seen a few topics enter the debate, civil unions and gay marriage. But what's truly missing is a true sensitivity and seriousness of the tones of the debate regarding diversity, starting from istitutions, whether they're laicist or religious, who always concentrate on the finger without even looking at the main problem. Just look at the last political or religious declarations, or the now sadly famous statements of On. Giovanardi about the matter.
In these ten points Amnesty also puts the request for the introduction of the fellony of torture and the transparency of law enforcement. This point recalls the facts of the Genova G8, where a large part of the responsibles have remained unpunished in spite of the serious violations, facts that are yet again on the table of the European Court for human rights after the verdict. To these, I'd say, we should also add the right to vote for the children of immigrants of second generation, born on Italian territory.
Amnesty Italia has summed up these points in a website with the questions and details and sent everything to the main candidates or party leaders, lists or political movements running for the next political elections in February 2013, inviting them to answer to these crucial points in order to make Italy a modern state, and not the last arrived when it comes to rights. We'll see what they're going to answer.
But beyond the political answer, it is necessary to open a reflexion and a wide debate in the civil society. We must not wait for politics to make the first step. A drive from below is necessary and urgent, from the voter who has the power to make pressure and demand answers and facts from his representatives. We do need to sign the petition on the aforementioned website, but it's not enough to do some click activism.
It is vital to keep a constant monitoring on the topic of human rights that aren't just those of immigrants, gays and convicts, but ours, all of us. And the sooner we'll understand that, the better.
Matteo Castellani Tarabini | @contepaz83