Diritto d`autore, Cardani (Agcom): "'Parlamento sovrano su diritto d'autore, Agcom non ha bisogno di farsi da parte"

Creato il 29 gennaio 2014 da Nicoladki @NicolaRaiano
La necessità dell’educazione alla legalità, la produzione a prezzi accettabili, garanzie procedimentali, interventi di enforcement su segnalazione. Sono questi i principi che hanno ispirato l’AgCom nella stesura del Regolamento a tutela del diritto d’autore online.
A spiegarli il presidente dell’Autorità Angelo Maria Cardani nel corso di un workshop a Roma organizzato da Confindustria. Il testo, approvato con una delibera lo scorso dicembre è stato ed è al centro di numerose polemiche. Da un lato c’è chi chiede interventi per la tutela del diritto d’autore anche in quel territorio libero e anarchico del web, dall’altro chi ritiene che non possa essere AgCom a regolamentare tale materia sul web e, soprattutto, che il web debba rimanere libero. Alle critiche ha risposto Cardani ammettendo “di togliersi alcuni sassolini di cui ho piene le scarpe”. “Sono venuti da me alcuni parlamentari chiedendo che l’Autorità si facesse da parte.
Ebbene il Parlamento – ha sottolineato ironico – non ha bisogno che AgCom si faccia da parte, può intervenire in qualsiasi momento. Il nostro Regolamento non compromette assolutamente la possibilità di un’azione legislativa”. Quindi ha avanzato l’ipotesi che a “trarre in inganno” alcuni parlamentari sia stata “la loro giovane età che forse li esime dall’avere nozioni di diritto costituzionale…”. Quanto al metodo seguito per la stessura del Regolamento, ha aggiunto, vuole contemperare tutte le esigenze in campo portando a "una ragionevole sintesi fra gli interessi in gioco. La nostra azione non lede i diritti fondamentali, che non avevamo alcuna intenzione di toccare e che infatti non abbiamo toccato" ha detto bollando come "ingiustificate" le polemiche di una ferocia persecutrice" nate.
Accoglie positivamente il nuovo regolamento dell'Agcom Marco Ghigliani, amministratore delegato de La7, "alcune piccole preoccupazioni sulla sua applicazione ai broadcaster - ha detto Ghigliani - penso inoltre che la remunerazione vada garantita, tanto più che il 70% del traffico online è costituito da video e in prospettiva crescerà ancora".
Secondo Ghigliani, tutti i broadcaster si sono evoluti verso il web e il mondo dei social. "La7 da tempo fa live streaming di contenuti sui social e su diversi siti web - ha detto - abbiamo siglato diverse partnership commerciali con gli operatori del web, ad esempio con Youtube. In questo modo riusciamo a monetizzare anche i contenuti online. Servono accordi di reciprocità, ricordando sempre che le testate online hanno bisogno dei contenuti dei broadcaster".
"La pirateria è strutturale in tutte le cose nuove che partono - ha detto Andrea Castellari, direttore generale di Discovery Italia - Ricordo il caso di Tele Più, che all'inizio in Italia registrava 2,5 milioni di abbonamenti pirata, un fenomeno che è diminuito nel tempo, lo stesso problema lo ha vissuto Microsoft con i suoi software. 

Per quanto riguarda il nuovo regolamento varato dall'Agcom, sono d'accordo con il presidente Cardani sul fatto che gli operatori debbano definire un modello per fornire contenuti a prezzi abbordabili. Stiamo attenti che negli Usa alcune corti federali hanno approvato il fatto che tv di altri paesi possano andare in onda online in streaming senza chiedere autorizzazioni. E' un fatto preoccupante".

Eric Gerritsen, Sky Italia Executive VP Communication & Public Affairs in merito al Regolamento dell'Agcom a tutela del diritto d'autore online, sulle trasformazioni del mercato televisivo legate all'avvento di Internet. "Benvenga il nuovo regolamento Agcom sul copyright online - ha detto - anche se qualche miglioria è auspicabile. Negli ultimi anni la marginalità dei broadcaster è in fase decrescente, quindi la tutela dei diritti è fondamentale. Basti pensare che Sky mette il 50% del fatturato sui diritti"
Gerritsen dice che "non esistono 'free lunch', i pasti gratis non sono più ammissibili. Bisogna guardare ad un mercato unico e passare dalle parole ai fatti, visto che gli OTT usano Internet per la trasmissione di contenuti. La trasformazione del mercato televisivo deve quindi prevedere un intervento forte su copyright e mercato".

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