2010
Evviva i supergruppi! Specie se son quelli che hai sempre sognato e che mai avresti pensato: tipo Burial e i Massive Attack, tipo Burial e Four Tet, o Burial e Thom Yorke e Four Tet, o Jay-Z e Kanye West, Shakira e Beyonce, Mario e Sonic, Street Fighter e Tekken.I Dirty Projectors con Björk invece risultano meno strani perché la buttano lì dov'è più ovvio: sulla voce. Da una parte gli africanismi (alla Paul Simon di "Graceland") della band sperimentale americana e dall'altra l'estensione da montagna russa dell'alienetto islandese, ancora memore di quel capolavoro quasi interamente basato sull'ugola che è "Medúlla".Tema di fondo (non nuovo alla signora Guðmundsdóttir): il mare, che le voci affastellate di queste 7 luminose canzoni ricreano nel suo moto ondoso. Un freddo mare d'inverno che si staglia su un cielo così limpido e puntinato di buffi e giocosi gabbiani e che non riesce a risultare triste.
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