Disabili gravi, in Umbria nulla si muove, MARTIRI SCOMODI?

Creato il 20 ottobre 2014 da Goodmorningumbria @goodmrnngumbria
A sinistra dell’immagine c’è Giulio Galli di Terni lavoratore delle Acciaierie disabile grave deceduto in seguito allo sforzo sostenuto durante un’ occupazione del consiglio regionale dell’Umbria . Quel giorno, 11 luglio 2011, a Perugia c’erano 40 gradi .

Dopo mesi di inutili suppliche , richieste e sollecitazioni   verso la Giunta presieduta da Catiuscia Marini al fine di ottenere l’erogazione di un dignitoso assegno di cura domiciliare , Giulio e i suoi compagni decisero di unirsi per combattere contro la colpevole inerzia delle istituzioni umbre.

Regione, l’Umbria, che finanzia con centinaia di milioni di euro, residenze protette , RSA, case di riposo, e ogni tipologia di struttura ignorando le reali richieste e necessità dei cittadini non autosufficienti che vogliono restare a casa con adeguata assistenza . I primi assegni arrivarono ai malati soltanto dopo 9 mesi . Durante il presidio i consiglieri regionali e gli assessori non riuscivano a nascondere tutto il fastidio, l’irritazione e la rabbia per quella pacifica e disperata “invasione”. La rabbia di chi si vede sbattere in faccia le proprie colpe e responsabilità .

Accanto c’è Raffaele Pennacchio medico di Macerata Campania, disabile grave affetto da sla.

Raffaele, consapevole del suo destino, coerente con la sua scelta di vita professionale ha inteso donare le sue ultime energie alla causa dell’assistenza domiciliare indiretta. Insieme ai suoi compagni ha effettuato numerosi ed estenuanti presidi sotto i palazzi del potere sia di regioni che nazionali . Presidi e proteste volti al riconoscimento di diritti umani fondamentali che in Italia vengono calpestati in ragione degli interessi di gruppi economici senza scrupoli legati al business della residenzialità, business che ingoia ogni anno cifre prossime ai 19 miliardi di euro.

Raffaele e i suoi compagni gridavano con le loro flebili voci affinché anche soltanto una decima parte di quella immane cifra fosse destinata per sostenere l’assistenza a domicilio e il lavoro di cura dei family cargivers ( famigliari che assistono congiunti non autosufficienti ) .

Lo stress, la stanchezza, la disperazione hanno avuto la meglio sulla sua fragile vita .  Il 23 ottobre 2013 in seguito ad un presidio sotto il ministero dell’economia il suo cuore ha ceduto, un cuore così grande da accogliere la disperazione di una moltitudine di disabili, bambini, adulti ed anziani terrorizzati all’idea di essere istituzionalizzati e famigliari costretti agli arresti domiciliari per non segregare i loro cari negli istituti . Un cuore non abbastanza forte per resistere alla vigliaccheria di una classe dirigente corrotta e disumana. Martiri scomodi ? Le loro immagini e il senso del loro impegno non fanno notizia, non devono far notizia . Giulio e Raffaele non entreranno nella iconografia classica e ufficiale dei miti e degli eroi della contemporaneità , iconografia alimentata ad arte da tutti i media per conservare un potere stantio e autoreferenziale . Nessun pubblico amministratore, locale o nazionale si ricorderà di loro quando di fronte a tv , giornali ed elettori taglierà il nastro di una nuova costosa e scintillante prigione per disabili . Quei volti affranti, il senso della loro battaglia,   sono un pugno in faccia alla corruzione e al malaffare di generazioni di politici, sindacalisti, imprenditori del III settore piccoli e grandi . Perché non vedremo mai, assessori comunali, regionali lottare per affermare il diritto di scelta, mentre sappiamo di sindaci che stipano come bestiame 180 disabili in una RSA di loro proprietà insieme a medici compiacenti .

Mentre vediamo assessori alla sanità, sindacalisti e assessori al welfare nei direttivi di onlus che gestiscono strutture negare e comprimere in modo esplicitò il diritto all’assistenza indiretta .

Perché l’ ignoranza, la cattiva fede, la pigrizia mentale  impedisce quasi sempre di immaginare che un disabile o un malato grave vogliono essere rispettati oltre che protetti, rispettati e ascoltati nei loro desideri e volontà qualsiasi sia il modo con il quale possono esprimersi.

Sta a noi conservare la memoria perché nessun altro lo farà .

Per questo motivo da comune cittadino con umiltà, riconoscenza e profondo affetto insieme a voi proclamano il 23 ottobre, data della morte di Raffaele Pennacchio,

I Giornata nazionale dell’assistenza domiciliare indiretta e del family caregiver . E’ evidente, per i motivi suddetti non vedrete convegni, seminari, conferenze o altro, ci saremo solo noi con il nostro passaparola, con il nostro rumore che taglia le ipocrisie di tutti coloro, alcuni dei quali anch’essi disabili,  blasonate associazioni e soloni del sociale tutti convinti, spesso perché collusi, che solo stringendo accordi con gli speculatori sia possibile immaginare e declinare un welfare equo, umano e sostenibile . Non dobbiamo permettere a pochi collaborazionisti di sequestrare le nostre coscienze. Giulio e Raffaele e tutti gli altri che si sono incatenati, fatto scioperi della fame, rifiutato terapie o gridato per avere le cure non ammesse dai boiardi a soldo della casta medico -farmaceutica, potranno continuare a dar forza alle loro battaglie solo se diverremo fedeli custodi della memoria .

Lo faremo anche per quei disabili bambini, adulti ed anziani martiri scomodi che ogni giorno nelle strutture di questa nazione vengono vessati, umiliati, picchiati senza pietà, lasciati al freddo e nella sporcizia , persone talmente disperate e dimenticate che supplicano perfino di morire pur di sfuggire a tanta sofferenza.

Vittime disperate che spesso nemmeno la magistratura tutela .

Non permettiamo ad altri di scegliere e decidere per noi, il sociale siamo noi, noi siamo la memoria . Disabile Libero http://goodmorningumbria.wordpress.com/2011/07/04/puo-una-regione-di-sinistra-ignorare-la-sofferenza-dei-piu-deboli/ http://goodmorningumbria.wordpress.com/2012/01/09/sanita-inspiegabile-ed-inaccettabile-ritardo-nellerogazione-dellassegno-di-sollievo-per-i-malati-di-sla-interrogazione-question-time-di-monacelli-udc/

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