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Disagio giovanile, esodati, guerra tra generazioni

Creato il 22 maggio 2013 da Bruno


Step 2:  Nell' ultimo post abbiamo visto con quale semplicissimo espediente pratico le giovani famiglie, le forze più motivate e produttive della società vengono legate mani e piedi ad un sistema che alla fine non premierà nessuno. Alle giovani coppie il sistema toglie semplicemente il tempo: tempo per pensare, per amare, per stabilire altre modalità di rapporto che non siano più o meno direttamente connesse con l' attività lavorativa ed i mille lacciuoli e problemi di tipo pratico-economico. Questo perchè, ribadisco, per poter instillare un immaginario eterodiretto si dovrà innanzitutto provocare nei soggetti una deprivazione, un forte senso di vuoto. Deprivazione in questo caso non di tipo materiale, quanto proprio spirituale, andando a togliere l' indispensabile TEMPO necessario alla reciproca conoscenza, frequentazione, accudimento amoroso della prole, esperienze in comune, ecc.
Ora, se c'è una categoria che più delle altre gode di tutta l' energia psichica che può scatenarsi da uno "stato nascente", questa è costituita proprio dalle giovani coppie di amanti o sposi che progettano, scoprono la potenza di un sentimento tanto forte da poter stravolgere ogni schema precostituito. Non a caso la prima cosa che questo sistema capitalista fa è devitalizzare in partenza la potenzialità rivoluzionaria dell' amore semplicemente togliendogli il tempo per esprimersi. L' entusiasmo vitale della coppia sarà ben presto sopraffatto da un senso di frustrazione per non riuscire ad arrivare mai ad "essere", ma dover sempre rincorrere l' impegno, il dovere, l' apparire, l' occasione mondana, ecc. in una sorta di lavoro continuo, che soffoca ogni spontaneo e più vero rapporto. La filastrocca di Jack diventa il "solo giusto modo" di comportarsi, uccidendo simbolicamente Wendy, la componente femminile e tribale inclusa anche nell' uomo. Come abbiamo visto accadere in misura maggiore per la propaganda di guerra, tale deprivazione serve a far acquisire alla massa idee e comportamenti non sue, in questo caso rendendola schiava di una mentalità del "produci e consuma", e sottomettendo ogni naturale libido e pulsione di vita ad incanalarsi in tale schema altamente mortificante.
La piramide sadomasochista:  persone così frustrate nelle loro più spontanee esigenze cominceranno a rapportarsi in modo "commerciale" anche nella vita intima: il sentimento amoroso costituirà una sorta di baratto per il conseguimento o rafforzamento di uno status sociale; ai bambini ci penserà qualche asilo d' infanzia, ai vecchi il ricovero; la stessa coppia, enucleata da un contesto familiare più numeroso, comincerà ben presto a scontrarsi per sciocchezze e piccoli attriti. La domenica una corsa al mare, o in un centro commerciale, a farsi surrogato di un' intimità che fa sempre più paura.
Tutto questo ovviamente è voluto dal sistema affinchè la cattiveria, l' accidia, la sottile voglia di prevaricazione si facciano legante di tutta la catena sociale produttiva, instaurando quel meccanismo per cui saranno proprio gli "schiavi" a finire per controllarsi a vicenda, lungi dall' unirsi per migliorare la loro condizione. Sadici e masochisti si attrarranno a vicenda, rafforzando le catene invisibili di uno schema sociale che CERCA la malattia, non la salute, non il raggiungimento del benessere e della felicità. Queste ultime saranno fornite solo in termine di surrogato ancora una volta di tipo consumista, andando ad alimentare quella "sete esistenziale" che verrà dissetata con la chimera dell' acquisto, del consumo. E' il meccanismo dell' induzione del bisogno, sempre a coprire una precedente deprivazione di qualcosa di più vero e autentico; è sempre il nostro meccanismo dello spot, replicato a vari livelli applicativi.
Sport e tempo libero:  ma il sistema è ancora più perfido, e dove non può intervenire privando del tempo, instillerà mille altri espedienti pseudo-oppositori, sempre al fine di impedire al singolo di arrivare a sentire empatia per l' altro. Il calcio è un esempio perfetto di un espediente pacifico ma ad alto tasso di contrapposizione emozionale di tipo aggressivo. L' individuo deprivato di un più genuino senso del sè, si identificherà volentieri nel gruppo non in modo positivo e costruttivo dettato da una fattiva condivisione, ma proprio in base a quell' ansia di separazione che lo spingerà a fondersi nel gruppo, ad accettare di farsi "massa" piuttosto che individuo tra pari. Ancora una volta sarà un' idea astratta ed ideologica a fornire ai singoli così atomizzati quella spersonalizzante coesione nella bandiera che giustificherà ogni ulteriore caduta ed abbandono della percezione del sè come libero individuo.
Guerra tra generazioni:  giovani e anziani sono non solo categorie che hanno tempo disponibile, ma trarrebbero anche enorme vantaggio dalla rispettiva frequentazione: e dove l' anziano trarrebbe rinnovato entusiasmo e voglia di vivere, il giovane potrebbe fare tesoro degli insegnamenti di una vita, delle esperienze, dei ricordi e sensazioni dell' anziano. Ma anche qui il sistema divide, inducendo la falsa idea che "i giovani devono stare coi giovani, e i vecchi coi vecchi", segregando i primi in un limbo sociale di aleatorietà, incertezza, assenza di valori, ed i secondi in un limbo ancor peggiore fatto di pappette omogeneizzate e pannoloni. Rompicoglioni tollerati i primi, perchè potenziali consumatori, rompicoglioni indesiderati i secondi, perchè inutili, obsoleti, esodati e piscialetto.
Bellezza del mondo secondo Milton Friedman.
Ma anche qui non sarà possibile conseguire alcun cambiamento strutturale se prima non c'è il DESIDERIO di altro, di qualcosa di più autentico, se manca la capacità di immaginare il diverso.
E forse sei proprio tu, giovane, ad insistere a restare ancora sul treno per Babylon; magari ti hanno anche già spinto giù con un bel calcio nel sedere, ti hanno licenziato, derubato il futuro, e ogni possibilità di poterti realizzare anche sentimentalmente.
Ma tu insisti imperterrito a volerci risalire. Il fatto è che ci sei dentro soprattutto con la testa: scendere davvero costerebbe ormai poco sforzo, ma il tuo problema è che non riesci ad immaginare niente di diverso, dì la verità !
E allora preferisci aspettare ancora i classici "5 minutini", come da ragazzo quando suonava la sveglia e ti giravi dall' altra parte nel letto. E finivi per restarci l' intera mattinata.
Ma finchè non si prova a desiderare, fantasticare qualcosa di completamente altro, finisce che sul treno non ci stai solo tu, ma cosa ben più grave costringi anche me anziano a restarci. E io non ho più tutto questo tempo davanti. E' proprio così difficile immaginare qualcosa di diverso, è proprio così "fuori di testa" desiderare e provare a realizzare l' Utopia ? 
E poi scusa, ma chi è il più fuori di testa: io, vecchio e ormai stanco di tutto, che però dal treno vorrei scendere per veder finalmente tramontare questa schifosa Babylon, o tu, che nel pieno della gioventù e della vita ti ostini a restare a bordo ?
E pensa quanto sarebbe più desiderabile un mondo dove questo colloquio potesse svolgersi non da una tastiera con un muto monitor come interlocutore, ma come un tempo, in cui un vecchio e un giovane potevano sedersi tranquilli, a fare lunghe chiacchierate sulla riva di un fiume ...

       
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