Magazine Collezionismo
Questo è un racconto breve che ho scritto recentemente per gareggiare ad un concorso scrittura organizzato da me sul forum Il Vecchio Mondo. Appartiene ai Racconti della Raccolta di Malal e vi farà scoprire un nuovo personaggio e maggiori dettagli sul misterioso Sigismund Kraad, il Signore della Crociata dell'Undicesimo Giudizio.
Come sempre, spero che vi piaccia e che mi diciate le vostre opinioni.
I corridoi sotterranei erano freddi e vuoti. Il rumore dei suoi passi sul pavimento metallico si propagava in ogni angolo, creando un eco inquietante. Un vecchio Arbites vestito completamente in uniforme, e dalla faccia da gran leccaculo, passò per il corridoio e lo riconobbe, mostrando subito la sua natura.
"buongiorno Signor Kamon, tutto bene oggi?" l'Arbites ricorse al tono più gentile che sapesse simulare, nonostante sapesse benissimo che in realtà era un approfittatore che serviva quelli di rango superiore per ottenere ciò che voleva. Kamon aveva passato tre anni in quel posto, quindi queste cose le sapeva.
"non ci si può lamentare, Arbites" rispose lui con tono distaccato.
"mi chiami pure Jester"
"un nome appropriato"
"cosa intende, signore?" l'Arbites non capì il sarcasmo della sua frase e ne fu compiaciuto. Accennò un ghigno, poi rispose.
"non è importante, buona giornata" poi proseguì per la sua strada, non badando neanche al saluto che probabilmente gli aveva rivolto quel buffone.
Girò verso destra, arrivando a vedere a una ventina di metri una massiccia porta blindata composta da almeno una ventina di strati di plastacciaio dipinto di nero. A fianco alla porta si trovavano due Guardie in un'uniforme simile a quella Mordiana, ma marrone scura. Aveva speso tre anni della sua vita in quel posto come infiltrato della Crociata dell'Undicesimo Giudizio, ma alla fine era riuscito ad ottenere l'accesso alla camera di stasi, quindi il volere di Malal si sarebbe presto compiuto. Il suo camice bianco venne scosso leggermente nell'avvicinarsi alla sua destinazione, come se un potere superiore lo avesse attraversato.
Giunse infine davanti alla porta blindata e i due grossi uomini posti di guardia lo squadrarono con sguardo interessato. Kamon non emise un singolo suono, ma espose solamente la sua targhetta e i due capirono che aveva il permesso di entrare. La porta blindata si aprì con un forte cigolio, poi Kamon entrò dentro la tanto agognata stanza. Una volta richiusa la porta, intorno a lui regnava quasi completamente il buio, spezzato solo da alcuni neon posti sui muri e dalle fioche luci azzurrine provenienti dalle capsule di stasi. Scorse tutte le capsule, passando la propria mano su ognuna di esse e avvertendo il gelo dentro di esse attraversagli il braccio, scuotendolo in un brivido che era sia per il freddo che per l'eccitazione data dal raggiungimento del suo obiettivo.
Arrivò finalmente alla capsula che cercava. Alzò gli occhi e vide il simbolo XI inciso su di essa. A fianco alla capsula c'era il pannello di comando per essa, quindi premette il tasto per attivare i processi di uscita del soggetto all'interno.
Mentre tamburellava sul pannello, la capsula emise un getto di fumo molto freddo, ma lui mentre aspettava l'apertura stava leggendo le varie scritte sopra il punto in cui aveva posato le sue dita:
"Prigione per Criminali Psionici Ribelli - Stabilimento C - Mondus Jevelum" una scritta che aveva visto praticamente ovunque durante quei tre anni.
La Capsula finalmente si aprì e, una volta sparito il fumo, poté osservare lo psionico che aveva liberato, ovvero il Soggetto 11. L'individuo era vestito solo di stracci sulla parte inferiore del corpo, ma dalla vita in su non indossava nulla. Era completamente calvo e i suoi occhi erano argentati, ma senza pupilla. Egli mosse la testa, sgranchendosi le ossa del collo, poi parlò per la prima volta.
"Mmh, mi aspettavo che quando sarei uscito avrei trovato ad aspettarmi un branco di stupidi Paria a nullificare i miei poteri, ma probabilmente durante il lasso di tempo in cui sono stato qui dentro il personale è calato" Kamon non reagì e Soggetto 11 rise da solo del suo stesso umorismo.
"Chi sei tu?" disse lo psionico fissando Kamon.
"una persona dalla tua stessa parte"
"io non ho nessuno dalla mia parte qui. Solo Malal è con me" lo psionico gesticolò un po' e si voltò da un'altra parte.
"appunto" quella sola parola lo fece voltare di nuovo verso di lui.
"anche tu un devoto al sommo Malal? Tutto ciò mi incuriosisce, perché non pensavo che il mio dio prendesse sotto la sua alla esseri inutili come te"
"Io-" non riuscì a dire altro prima che Soggetto 11 alzò la sua mano e lo fece schiantare contro la parete più vicina, mantenendolo a un metro da terra.
"tu non sei nessuno per me, ci siamo capiti? Io sono uno di quelli che l'Imperium definisce uno Psionico Alpha-Plus. Posso demolire carri superpesanti solo alzando un dito e far precipitare un incrociatore guardandolo. Cosa vorresti fare tu, inutile sacco di carne?" Kamon farfugliò qualcosa, ma a lui non importava nulla della sua risposta, quindi lo fece letteralmente esplodere. Ossa, muscoli e organi interni si sparsero per la stanza, macchiando le pareti, il pavimento e le candide capsule di stasi ancora chiuse.
"E ora divertiamoci" un sorriso folle impresso sul suo viso. Puntò con gli occhi la porta ed essa venne sparata in avanti, demolendola in una decina di pezzi insieme a tutto il pezzo di muro circostante. Le guardie vennero sbalzate a terra, ma non fecero neanche in tempo a capire cosa fosse successo che erano già esplosi anche loro.
Soggetto 11 camminò sulle macerie e sui resti dei due uomini, poi raggiunse la camera di sorveglianza più vicina. Un Arbites lo guardò e capì che era un fuggitivo. Si alzò dalla sedia su cui era posato e fece per estrarre la pistola, ma lo psionico lo fulminò all'istante. Ucciso l'uomo, raggiunse il vox nella camera e si sintonizzò sugli altoparlanti della prigione.
"a tutte le forze militari qui presenti, lo psionico alpha-plus è fuggito dalla camera di stasi e si aggira per la prigione. Accorrete tutti per festeggiare questo gran momento di terrore in nome del quinto Dio del Caos. Non vediamo l'ora di poter condividere con te questa occasione. Uuuuuuuuuh!!!!!" lasciò cadere il vox per terra e dopo essersi leccato le dita sporche del sangue schizzato dai corpi esplosi delle sue vittime, corse verso l'ascensore, avvertendo chiaramente la presenza di persone all'interno trenta piani più in alto. "ora il gentile Soggetto 11 vi farà provare il brivido della caduta libera"
Tu non ti chiami Soggetto 11!
Gridò una voce nella sua testa.
"Sì, invece. 11 è il numero sacro!" ribatté a se stesso prima di divellere le porte dell'ascensore e recidere i cavi di sostegno. Sentì la cabina iniziare a scendere a tutta velocità e le urla dei passeggeri propagarsi ad ogni piano.
Falla esplodere, sarà più soddisfacente
"No! Voglio che cadano e che i loro corpi si spappolino a terra. Le loro urla si sentiranno ovunque, la mia vendetta si abbatterà su di loro e il terrore verrà diffuso nelle menti di ognuno".
Infine l'ascensore cadde, demolendosi al suolo, ma anche se Soggetto 11 si trovava davanti all'entrata, defletté i frammenti intorno a sé e non venne minimamente sfiorato.
Soggetto 11 corse fino alle scale, salendo a grandi balzi uccidendo chiunque lo intralciasse. Il panico si era sparso in tutto l'edificio. I civili correvano ovunque cercando un riparo, le loro urla erano melodie per le orecchie del folle uomo, ma ciò non lo fermò dall'eliminarli nei modi più disparati: poteva sollevarli a mezz'aria e conficcarli da qualche parte, farli esplodere dall'interno, indurli al suicidio o scatenare in loro una furia omicida che li portava anche ad uccidere il loro migliore amico con cui stavano parlando un minuto prima. L'unico suo limite era la fantasia, anche se la sua pazzia data dal suo potenziale psionico troppo elevato espandeva di molto questo limite e ciò non era un fattore positivo per il bene dell'umanità.
Dopo svariati minuti, un nuovo arrivato avrebbe fatto difficoltà a distinguere quella prigione da un macello, anche se avrebbe avuto poco tempo per cercare di fare distinzioni perché il Soggetto 11 non aveva problemi ad uccidere anche i nuovi arrivati.
Continuò a salire, arrivando pure ad affrontare numerosi soldati imperiali, ma nulla poteva contro di lui e alla fine raggiunse la superficie. Probabilmente erano rimaste poche persone in vita all'interno della prigione, anche se l'esperienza vissuta li aveva sicuramente traumatizzati e tutto ciò li avrebbe tormentati a vita.
Soggetto 11 si sentì più vivo che mai. Aveva passato anni in stasi all'interno di quella dannata capsula, anche se non sapeva quanti e quindi non aveva la minima idea dell'anno in cui si trovava. Una volta uscito dalla prigione tramite lo sfondamento di tutte le uscite, davanti a sé trovò un intero esercito in formazione preparato per ucciderlo, ma non avevano compreso chi stavano affrontando.
Soggetto 11 rise in modo isterico, sputacchiando qua e là e agitando le braccia in modo confuso.
Non perdere tempo demente! Vendicati, fai vedere il tuo potere in tutta la sua maestosità e piegali sotto il tuo comando
"Non insultarmi, così io mi offendo...".
Non ti sopporto quando fai così, sembri un debole
"Io non sono debole! Rimangiati ciò che hai detto"
Sei tu che l'hai detto dopotutto. Io sono te
L'esercito si stava avvicinando e presto avrebbero potuto bersagliarlo.
"Smettila. Io e te-"
Non dire "Io e te" per favore. Siamo la stessa cosa, parte di una mente ormai completamente andata
"Io...non...devo...ascoltarti...posso fare da solo" iniziò a mettersi le mani sulla testa e ad agitarsi, contraendo la sua faccia in espressioni d'angoscia e tormento.
Muoviti adesso! Non vedi che i luridi e comuni uomini stanno per spararti? Vuoi farmi uccidere?
"visto? A te importa solo di te stesso. Non pensi che anch'io possa morire"
ORA!
Soggetto 11 sembrò riprendersi dall'angoscia e guardò con odio le truppe nemiche. Scattò verso di loro, sentendo i granelli di sabbia tra le dita dei piedi e il calore dei raggi luminosi raggiungere la sua fredda pelle. Le truppe iniziarono a sparargli, ma la maggior parte dei colpi venivano deviati o direttamente rispediti al mittente. Alcuni riuscirono a farli ferite superficiali e per questo non rallentò minimamente.
Godette particolarmente nel devastare l'esercito che era stato mandato solo per uccidere un uomo. Fulmini scaturirono dalle sue mani e fuoco dalla sua bocca. Ogni sorta di disciplina psionica era magnificamente padroneggiata dal Soggetto 11, anche se il suo controllo di essi era alquanto limitato. Le corazze dei veicoli venivano sciolte o strappate manualmente da lui e in poco tempo non rimaneva nulla sul campo di battaglia.
Le uniche ferite che aveva ricavato erano quattro proiettili nel fianco, una bruciatura da laser sul collo e una sulla gamba e alcuni tagli su varie parti del corpo. Non avvertiva il dolore come chiunque, infatti, probabilmente avrebbero dovuto strappargli un braccio per fargli sentire il dolore che una persona normale provava facendosi un piccolo taglio al dito.
Bravo cucciolo. Hai ucciso in nome del grande dio Malal e lui te ne sarà grato. Per merito tuo il terrore si spargerà ancor di più nel genere umano
"Non fare il tenero con me" disse lui stando in posizione totalmente eretta e fissando l'orizzonte.
Oh, arriva qualcuno da sopra
Soggetto 11 alzò la testa per vedere una Storm Eagle bianca e nera discendere sul campo alzando la polvere, la quale gli scosse il lurido straccio con il suo passaggio. Il portellone del velivolo si aprì, facendone uscire una grossa figura racchiusa in armatura che gli fece ricordare una sola parola: Astartes.
Era solo e avanzava verso di lui con passo sicuro e senza timore. Portava al fianco una lunga spada incisa con alcune rune a lui incomprensibili e una pistola requiem. La sua armatura era degli stessi colori del velivolo, anche se non aveva uno schema fisso. Procedendo con l'avvicinamento, si tolse il casco mostrando il proprio viso. I suoi capelli arrivavano quasi alle spalle ed erano tendenti al grigio, anche se si notava ancora bene il biondo. I suoi occhi erano fissati sul Soggetto 11, ma la sua espressione era impassibile. Non gli diceva nulla e la sua mente non riusciva a penetrarlo. Si sforzò, ma sembrò che i suoi poteri non potessero nulla contro quell'individuo.
"Stai pure calmo" iniziò alzando una mano come per calmarlo "i tuoi poteri, per quanto potenti, non possono nulla contro di me".
"Com'è possibile?" chiese il Soggetto 11 indignato.
"Tu sei uno dei migliori psionici, io sono uno dei migliori Paria. Posso scegliere quando usare il mio potere e l'area d'effetto di esso, potendo coprire un raggio di chilometri. Al mio cospetto sei solo un uomo, e io sono un Astartes. In qualunque caso, vinco io" il Soggetto 11 ringhiò nel sentirsi inutile.
"Ma io non sono qui per ucciderti o farti del male. Sono qui per chiederti di stare dalla mia parte"
"Tu non sai di cosa sono capace. Non sai a chi sono devoto e-"
"Ti fermo già; io so tutto. Sei uno psionico Alpha-Plus di nome Neus Aram, catturato con astuti metodi e messo in stasi in questa prigione. Sei devoto al dio Malal, un dio a cui sono devoto pure io, anche se tu sei un uomo ignorante, mentre io conosco benissimo le culture di centinaia di culture aliene, ne parlo le lingue, ho conoscenze in tutta la galassia, ho colloqui con gli Illuminati e conosco cose sull'Imperatore che se solo conoscessi potrebbero sconvolgerti, oltre ad avere un particolare in comune molto importante. Sicuramente non pretendo che tu conosca l'identità degli Illuminati, la vera natura dell'Imperatore o cose del genere" il Soggetto 11 rimase sconvolto già solamente da quelle parole. Provava una decina di emozioni contemporaneamente, che passavano dalla rabbia alla tristezza o all'ammirazione.
"Basta, io non starò mai dalla tua parte. Potrai pure venerare il mio stesso dio, ma io sono indipendente!"
"Allora il buon Sigismund Kraad dovrà fare una cosa proprio cattiva. Vai pure Pra'Net'Kal" da dietro Sigismund spuntò una grossa ombra, la quale si scagliò sul Soggetto 11 entrando al suo interno dalla bocca. Il corpo dell'uomo cadde a terra in preda alle convulsioni, mentre il demone rilasciato da Kraad si infiltrava nella sua mente isolando l'anima dello psionico in un piccolo angolino. Dopo alcuni secondi, tutto finì e il corpo del Soggetto 11 si rialzò.
"Kal, potevi almeno non causargli le convulsioni" osservò Sigismund passando dal Basso Gotico alla lingua del demone.
"faceva l'autoritario nonostante la tua superiorità e a Malal non piacciono queste cose" la voce del demone era profonda e rauca.
"capisco. Non l'hai ucciso, vero?"
"No, altrimenti il suo potenziale psionico si estinguerebbe e non potrei sfruttarlo. Ora possiamo andare" Sigismund si voltò verso la Storm Eagle per tornare a bordo dell'incrociatore Anguish che attendeva in orbita e Pra'Net'Kal lo seguì a ruota.
"quando torniamo dalle altre navi, ricordami di dire a Mordecai i dettagli della prossima missione"
"non fare l'umile. So perfettamente che non te lo dimenticheresti neanche se volessi"
"Che modi, ora non si può neanche più chiedere un favore a una creatura del warp"
"Quand'è che si poteva?" chiese il demone mentre salivano sulla Storm Eagle. Sigismund si sedette su un sedile, poi guardò dritto negli occhi Kal e punto un dito sul suo petto.
"Tu...non hai....un fottutissimo senso dell'umorismo".
Un'altra missione era stata compiuta in nome del loro dio e a favore della Crociata dell'Undicesimo Giudizio, portando all'acquisizione di un nuovo elemento molto potente che avrebbe sicuramente assicurato un maggiore tasso di vittorie. Non c'era voluto molto, ma per la Crociata c'era ancora moltissimo a cui puntare.
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