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Disastro Metro C. La fermata Lodi è orrenda, progettata da cani e già vandalizzata pur dovendo aprire tra un anno

Creato il 10 dicembre 2014 da Romafaschifo
Disastro Metro C. La fermata Lodi è orrenda, progettata da cani e già vandalizzata pur dovendo aprire tra un anno
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Vorrei segnalare l'assoluta assenza di decoro nella sistemazione dell'arredo urbano della futura stazione Lodi della Metro C. Aldilà delle discutibili scelte circa il materiale utilizzato per i rivestimenti esterni, elenco una serie di terrificanti scempi facilmente riscontrabili con una semplice passeggiata nella citata via La Spezia:
- la sistemazione della pavimentazione nel primo tratto (altezza discenderie) è in parte di mattonelle, in parte (nelle zone più a ridosso agli edifici) di asfalto.
- i marciapiedi delimitano un'area del tutto inadeguata alla fruizione della strada da parte dei pedoni, essendo per gran parte occupati dai manufatti della stessa stazione (discenderie e strutture di areazione).
- a proposito della riapertura al traffico, non risulta (ne da comunicati del Comune e/o Roma Metropolitane, ne dalla sistemazione della stessa strada) che siano stati accolti i suggerimenti dei tanti residenti che, dopo più di sette anni di cantieri (con tutti di disagi del caso, che è qui inutile elencare), avevano proposto di lasciare via La Spezia a transito unico verso piazza Lodi, con corsia preferenziale nel lato opposto, nonché la chiusura dell'accesso su via Orvieto, con sistemazione di una piazzetta attrezzata. (Quest'ultimo suggerimento pare invece essere stato accolto. Gli attuali lavori dovrebbero definire la chiusura del tratto stradale interessato).
In merito alla questione viabilità, peraltro, si sostiene che via la Spezia, prima dei lavori, fosse un'asse di scorrimento importantissimo soprattutto per il ruolo di collegamento tra la tangenziale da una parte e Via Appia,Via Magna Grecia dall'altra. Con l'apertura dei cantieri questo ruolo di fatto è stato stato assolto da viale Castrense, (strada in diretta continuità con la tangenziale e più sicura, essendo ampiamente meno frequentata dai pedoni della parallela via La Spezia). Tuttavia, lo scorrimento veloce su viale Castrense era stato accordato dalla Soprintendenza solo in via provvisoria, essendo considerato infatti incompatibile sia per le vibrazioni che per l'inquinamento, con la necessità di tutela delle Mure Aureliane. In realtà è un vero peccato dover tornare forzosamente al passato, perdendo un'occasione enorme di riqualificazione (urbana, economica, sociale, funzionale) di un'arteria, via La Spezia, che senz'altro era di elevato assorbimento veicolare, ma di cui, allo stesso tempo, si è fatto a meno, volenti o nolenti, per 8 anni! Ritengo, quindi, che in un'ottica di reale amministrazione del bene della cosa pubblica, tutti i soggetti coinvolti (Comune e Soprintendenza in primis) avrebbero avuto l'onere di trovare soluzioni adeguate che contemperassero esigenze diverse. Se poi consideriamo che le Mura Aureliane (e il confinante parco di via Carlo Felice) versano in condizioni pietose e sono completamente non fruibili dalla cittadinanza, tutto lascia pensare che, per l'ennesima volta, ci troveremo dinanzi a scelte scellerate in conseguenza delle quali perderemo sia l'occasione di fare di via La Spezia una strada nuova (concettualmente nuova) lasciandola trasformare in una squallida superstrada urbana stile Via Magna Grecia, senza alcuna qualità urbana, sia di beneficiare di una zona archeologica e di verde nel migliore dei modi: viale Castrense rimarrà comunque aperta al traffico veicolare e manterrà il suo aspetto totalmente anonimo: almeno la si trasfomormi in parco in collegamento con il parco che c'è dall'altra parte delle mura lungo Viale Carlo Felice.
- nel tratto di strada compreso tra via Foligno e via Monza le piccolissime porzioni di strada dedicate ai marciapiedi sono state sistemate con ... catrame! 
- a peggiorare ulteriormente le cose, nel medesimo tratto di cui al punto sopra, non è stato piantato neanche un albero (così come peraltro la strada appariva prima di essere stravolta dai lavori della metro), ragione per la quale la strada oggi si presenta come una landa desolata sotto il sole cocente che surriscalda l'asfalto nero dei marciapiedi. Immaginiamo l'apice di gradevolezza che raggiungerà via La Spezia quando, scelleratamente, riaprirà completamente al traffico.

A proposito del verde, peraltro, è certamente cosa nota che laddove sussistono strutture come quelle della metro C costruenda, è difficile fare in modo che vengano piantati alberi ad alto fusto. Infatti le strutture di stazione occupano tutta la sede stradale fino a circa 3-4 metri dai palazzi. Quindi tutti i sottoservizi vengono collocati in queste fasce laterali dove di conseguenza non si ha la possibilità materiale di potervi inserire alcun tipo di alberatura. Tuttavia, due considerazioni. La situazione era ben conosciuta fin dalla fase progettuale della metro. Ragion per cui, si sarebbe potuto procedere, con un po' di partecipazione, alla ricerca di soluzioni idonee a garantire decoro urbano, pulizia e ordine. Ad oggi, chissà, sembra che ancora sia tutto da decidere, tutto lasciato all'improvvisazione. In secondo luogo, la situazione di incompatibilità del verde con la zona dei sottoservizi riguarda esclusivamente il tratto che da via Foligno arriva a via Orvieto (o poco dopo). Tutto il resto potrebbe essere gestito differentemente, non sussistendo difficoltà apparenti per la piantumazione di alberi. Invece anche il tratto di via La Spezia dopo l'incrocio con via Monza, direzione san Giovanni, appare oggi in tutto il suo squallore: un marciapiede dall'asfalto nero lucido largo quasi 10 metri, senza un filo di verde, senza un progetto, senza speranza.

- tanto sono fondate le perplessità sullo stato pietoso dell'arredo urbano della metro C che in via La Spezia uno dei terrificanti ingressi in marmo-obitorio è stato già vandalizzato con una scritta spray. Distrutto nei marmi. Imbrattata l'ascensore.
- tanto è inammissibille ciò che accade sotto gli occhi di tutti noi cittadini che, a distanza di 700 metri dalla citata stazione Lodi, in via Pinerolo dove si sta costruendo un parcheggio, i privati hanno già completato una parte dell'arredo urbano di superficie ed è tutta un'altra cosa: pavimentazione in basalto dal ciglio degli edifici fino alla linea delle alberature esistenti dove, invece, è stata posizionata una striscia larga un metro o più di sampietrini. Gli alberi sono stati ben definiti con piccole aiuole delimitate da grate in ferro battuto e, quindi, nel complesso l'arredo appare molto gradevole e di tutto rispetto e decoro. Ciò a riprova che dove le cose vogliono essere fatte con criterio e logica, senza sciatteria, vengono effettivamente realizzate. Sì, ma dai privati!
E' difficile riscontrare tanta sciatterìa, tanto disinteresse, tanta superficialità nella gestione della cosa pubblica. Mi auguro che si possa fare qualcosa al più presto, dopo esserci tutti resi conto di ciò che sta accadendo.
Gabriele

*Torniamo a parlare di Metro C dopo aver parlato della situazione che si può trovare fuori alla metro Pigneto (qui e qui). Purtroppo tutta la linea è così: sciatteria totale, da non crederci. Una occasione di trasformazione urbana buttata nel cesso in nome di incapacità, corruzione e ruberie. Poi un giorno si scoprirà che i soldi stanziati per fare le stazioni in maniera civile se li mangiava chissacchì: è francamente del tutto evidente.
-RFS

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