Disastrosamente io

Da Cuordicarciofo
Già il titolo non invoglia, lo so ma ci sono cose che mi razzolano in testa e in qualche maniera devo cercare di farle smettere.
Un pollaio lì dentro fuori misura. Ogni pensiero che vuol prevalere sull'altro. Tipo i gatti quando si fanno la guerra. Un pensiero passa, si crede il più bello e figo, ne passa un altro, anche lui gasato come pochi, si guardano male e miawoowowrirorlmwmw (avete presente no quei versi agghiaccianti che fanno quando si danno giù di brutto).
Ecco, questa è la mia testa.
Ormai ne ho spese di parole qui in questo blog, ogni volta sembra sempre la bufera definitiva. Poi piano piano ne vengo fuori e sarà così anche stavolta probabilmente. Questo non gioca a favore della mia credibilità, ne tantomeno della mia autostima.
Non so dare un nome a questa cosa, è una totale mancanza di prospettive. Non vedo più il senso dell'andare. Verso cosa tendo? Non lo so.
Dite che devo crescere? Si mi sono detta anche questo.
Vi garantisco però che non è una cieca depressione stile adolescenziale. Cerco di guardarmi da fuori e vedo, oltre alle cose buone che ho fatto anche una marea di disastrose macerie.
Abbiamo una casa da vendere, una casa che ci tiene fermi al palo, difficile da lasciare. Non ci manca spazio ma è male organizzato per una famiglia e manca una camera che sia tutta per Di.
Soffro questa situazione all'inverosimile. Mi sento bloccata, in prigione, impossibilitata al cambiamento.
Ma è solo una casa e so bene che qualcosa è cambiato dentro di me ed è solo una proiezione di ciò che mi trattiene dentro. Perché so già che se una volta per tutte non mi fermo e chiarisco le cose con me stessa posso girare tutte le case che voglio, vendere, andare in affitto, abitare in una baracca sotto un ponte ma la cosa non avrà fine.
So che tornerà.
E mi do della sciocca, che di fortune ne ho avute tante e dovrei godere ogni giorno di ciò che mi è dato di vivere, che di miserie ne ho viste tante.
Poi mi dico che proprio per questo è ora che mi dia da fare, che smetta di vivere il disagio come se fosse una colpa, che smetta di impormi di stare bene perché se no sembro lagnosa e inconcludente.
Mi dico che forse è ora di gridare al vento che mi sento infinitamente sola nella vita di tutti i giorni. Non mi ricordo neanche più cosa significhi avere qualcuno con cui dividere la vita. C'è sempre poco tempo, c'è sempre qualcosa d'altro da fare.
E allora mi dico che forse dovrei iniziare da lì. Da chi mi sminuisce ogni giorno togliendomi attenzione, negandomi interesse. Non so come siamo arrivati a questo punto, non so nemmeno più di chi sia la colpa. So che stavolta mi manca completamente la voglia di lottare per tenere tutti insieme i pezzi, e che al contrario di quello che ti fanno credere fin da piccoli... l'amore non basta.
Per niente.
Un'amica ieri mi diceva che sono criptica. Mi dispiace averle dato quest'impressione. Allora con questo post volevo risponderle che se a volte lo sembro, non lo faccio per negarmi. E' che proprio non so neanch'io cosa mi passa per la testa. Certe volte ci sono sensazione a cui non riesco a dare nome.
Mi chiedo che idea possiate esservi fatti di me attraverso queste parole, se anche qua le cose sono distorte come mi accade fuori.
Mi chiedo come bastare a se stessi, e non sentire più tanto vuoto.

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