Il quarto giovedì di novembre, negli Stati Uniti si celebra una festa nata dal desiderio dei padri pellegrini - dopo l'estenuante viaggio dal vecchio al nuovo mondo, e le fatiche durissime per creare un nuovo ambiente in cui vivere e un terreno che desse frutti - di ringraziare Dio per quanto era stato concesso loro con il primo raccolto di quella vita nuova.
Va bene, nessun padre pellegrino, che noi sappiamo, era italiano; ma è bello prendersi un giorno per ringraziare chi e quanto c'è di buono nelle nostre vite.
Di canzoni sul ringraziamento (con la erre minuscola, come gesto e non come festività) ce ne sono a quintali. Ne andava scelta una sola, e ho tirato fuori dal cassetto un'Alanis Morissette d'annata e non più dannata, anzi paurosamente in pace con se stessa.
In "Thank you", la cantautrice canadese dice basta a una serie di comportamenti dannosi (soprattutto per se stessa) e abbraccia il mondo con una serie di ringraziamenti a ciò che l'ha resa migliore. Perfetta per il Ringraziamento, le manca solo il tacchino, anche se lei è nuda come un pollo. O un verme. O una canadese (nel senso di persona, non della tenda). A quanto pare, e non fatichiamo a crederlo, l'ispirazione per il video - diretto da Stéphane Sednaoui - colse Alanis sotto la doccia: "Pensavo alla semplicità della canzone, alla sua intrinseca nudità, e ho pensato che sarebbe stato perfetto andare in giro nuda per New York come simbolo dell'essere sempre nudi e senza protezioni di fronte al mondo".
Per ovviare ai problemi con la censura nei vari paesi del mondo, le parti intime di Alanis Morissette sono state opportunamente occultate, dando un effetto un po' Barbie nuda. Grazie al cielo.