Il secondo album dei Discomfort mostra una consapevolezza maggiore. In questo caso la band veneziana ha il pieno controllo di ciò che fa e sette tracce sono più che sufficienti per dimostrarlo. Ascoltare i primi fischi di “Cycle Of Annihilation” non solo introduce a un diabolico darkened hardcore, ma il pezzo, il picco acido dell’album, è anche quello che dal vivo fa dare più pugni in aria, figurarsi lo stage-dive… Eppure esistono anche parti più grezze, dedite al malumore e al disagio, come “Scream Cutter”, una violenta rissa con la chitarra che punta dritta al naso. La scazzottata continua anche in “Gange”, che consolida il tipico alternarsi fra blastbeat e parti ritmate, ormai uno stile preciso del gruppo, che a mio avviso pensa molto proprio a come i brani possano rendere live. Non stupisce infatti che i concerti dei Discomfort siano sempre distruttivi: negli ultimi che ho visto (Swamp Fest e VExHC Fest) la band aizzava degli tsunami di persone a fare il disastro. Un’altra perla è “MCCCXII”, della quale esiste anche un video suggestivo, che gioca sulla pazzia hardcore che si quieta, diventando una “ballata” mortale, ma solo per risollevarsi in mezzo alla polvere e diventare un tornado punk. Disco ben prodotto che segna la maturità dei Discomfort, i quali non per nulla stanno sempre più facendo parlare di loro.
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