Premesso che io non capisco perché dare spazio a questa vicenda privata di un uomo “quasi” pubblico (sì da sputtanarlo: in fondo, ha commesso dei reati?), mi piace immaginare che il consigliere provinciale, anziché improvvisare improbabili comizi, abbia detto queste parole, al balcone:
«questa è esca da lenza “progresso”, per società consumistica paraopulenta o pulenta, per repressione di bipede, ganciato al carro di produzione trazione, e corre, dietro le natiche rosee guizzanti, i tremolanti capezzoli, l'aroma acre del sesso che si diffonde da pagina: questo si fa per orgasmi, per similcopule, masturbazioni, per coiti tomobilistici da catafalco rotabile, per reclusione di mercenarie viluppapòppoli, logge: inserto: il pòppolo non deve fare tante storie, lo sfoiamento ha da essere sempre gratuito, e rapido, anzi rapidissimo, per non tralciare la produzione le industrie, il dopolavoro e lo spettacolo, per crementare pedaggi delle autostrade e tassa sulla benzina, quindi ci si infilza dove come che capita e con chi capita, previ opportuni accorgimenti, come quello d'appannare il vetro dell'automobile perché il fatto non sia reato, naturalmente non si può riempire la terra d'aborti o d'altro, quindi si impongono le precauzioni, la pratica sidua d'interruzione di coito, il petting cosiddetto raffinatezza, i sistemi obliqui per conseguire l'orgasmo, ch'è l'essenziale, lo scopo ultimo, il modulo paradigmatico: secondo inserto, degli orgasmi: almeno cinque al giorno, e mai due consecutivi con la stessa tecnica e persona: terzo inserto della persona: s'adocchia da lontano con sguardo di falco, ci si avvicina sardonici: versione tomobilistica: lungo inseguimento dove il maschio fa risaltare il canto disteso a pieni pistoni del suo motore, il timbro virile e possente del suo tubo di scappamento, l'alito lieve del clacson, l'ammiccare mondano raffinatissimo dei suoi fanali baglianti, rapidità dello sterzo, potenza della frenata, piena tenuta di strada, gli ammennicoli le targhe le trombe le etichette i paraurti cromati gommati sterilizzati bicipiti; poi segue il cosiddetto approccio per tempi e luoghi, preamboli di autogrill, motel, cinema d'assaggio e da massaggio tivante, pornostampa lasciva rotica, e conseguente rembaggio: previe pillole disattivanti o attivanti, falli di gomma, preservati insensibili, spray rigidente, frodisiaci corroboranti, poi lassati necdum satiati, e ci si ritrova a dar di smanie onanistiche, omosessuali, a omologare i primati, le resistenze, il numero delle conquiste; ci si contorce frenetici in similcoiti tribali di danza, si riesce ancora a spremere qualche goccia di sperma, poi è la fine, non c'è più niente da tentare o da aggiungere, se non ricostituenti e massaggi per accelerare i tempi della ripresa, la tumescenza prossima ventura, e intanto tirare il carro di produzione trazione, di corsa, dietro alle chiappe che guizzano sempre più rapide, poi rapidissime, e rapidissimamente rapide fuggono sfuggono, e sopravviene l'infarto».
Sebastiano Vassalli, Tempo di màssacro, Einaudi, Torino 1970