Oggi, siamo scesi in piazza per i motivi più disparati. Ognuno di noi porta con se una storia ed un esperienza diversa, ma dobbiamo sempre ricordarci che i nostri singoli problemi sono le conseguenze dirette di una causa comune a tutti.
Una politica economica sbagliata, tesa a renderci schiavi di una ristretta élite economica. Il profitto dei banchieri sopra l’essere umano. Loro, i nobili del 21° secolo, noi, i nuovi servi della gleba. Una politica economica manovrata dalle banche, che in maniera illecita ci sta togliendo ciò che è nostro di diritto.
Noi non siamo merce per politici e banchieri. Vogliamo vivere e non semplicemente sopravvivere.Siamo a favore di una società più umana, non violenta e non razzista, dove al centro non ci sia il denaro, inteso come mezzo di potere e controllo, ma l’uomo.
Noi siamo semplici cittadini, persone comuni che studiano o lavorano, con diversi orientamenti politici e di generazioni differenti.
Ma tutti siamo indignati e preoccupati per la situazione politica, economica e sociale che vediamo intorno a noi, per la corruzione dei politici e dei banchieri, per l’impotenza del cittadino.
E’ necessaria, quindi, una rivoluzione etica. Siamo persone e non prodotti del mercato. Io non sono solo ciò che produco o che compro.
Tra noi non ci saranno leader, tutto sarà deciso nelle assemblee cittadine. Tutti sono invitati a partecipare, forze dell’ordine, operai, impiegati, casalinghe. Libertà è partecipazione.
Da parte nostra non ci sarà violenza. Attraverso la pratica della disobbedienza civile mostreremo al mondo la reale faccia di questa nostra “democrazia” incompiuta.
Ci uniremo ai nostri fratelli spagnoli, francesi, inglesi e islandesi.
I leader europei hanno fatto l’Europa del denaro, noi cercheremo di porre le basi per l’Europa dei Popoli.