(inizialmente volevo titolare questo scritto The last good day of the year, ma sarei risultata un po’ indigesta…
)
31 dicembre: ultimo giorno dell’anno e tempo di bilanci. Non starò a tediarvi con un elenco di cose positive e negative; preferisco farla breve e dire che questo 2013 è stato, per quel che mi riguarda, un anno sorridente, pieno di musica, di emozioni, di cose belle e di belle persone.
Nell’ultimo anno ho parlato spesso dell’abbraccio su Numéro 091277. Credo sia una tra le cose più belle: scalda chi lo dà e scalda chi lo riceve; per il tempo che dura, ti fa sentire sulla pelle il significato di parole come affetto, amore, sentimento, emozione. Scopri – ed è una scoperta sempre nuova – che qualcosa di intangibile ha una sua meravigliosa dimensione fisica.
Non stupitevi quindi, cari soliti lettori, se voglio ringraziarvi di aver seguito me e il mio blog nel 2013 con un bel pensiero sugli abbracci.
Bobby Watson, notevole sassofonista, un giorno si mise a parlare con una sua allieva dell’atteggiamento e dei pensieri che ogni musicista dovrebbe avere prima di salire sul palco. Disse: «Sai, dobbiamo ricordarci che le persone vengono ai concerti per essere abbracciate. Il pubblico di un concerto è composto da persone che cercano il calore di un abbraccio».
E’ un’immagine molto bella; spero vi tornerà in mente al prossimo concerto – che siate di qua o di là dal palco.
Bene, direi che posso eclissarmi; vi auguro di ricevere un abbraccio per ogni giorno del prossimo anno e di stappare, questa sera, un Bersi Serlini, preferibilmente Satén – un pochino più amabile del brut base.
Soundtrack, questa cosuccia senza tempo:
Buon anno, mes chéris.
