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Discorso sul sesso degli angelini

Creato il 02 luglio 2011 da Albertocapece

Discorso sul sesso degli angeliniAngelino Alfano il neo segretario di un partito padronale, quindi il segretario di Silvio, è capace di grandi voli  poetici. Ieri nel suo discorso di insediamento ha superato se stesso: “Nel nostro partito ci sono laici e cattolici, ma tutti pensano che la vita qualcuno la dà e qualcuno la toglie. E quel qualcuno non è il Parlamento”.

Bisogna scusarlo, non pensiamo subito che sia “partito” di capoccia:  sul momento si è fatto prendere dall’emozione e ha voluto specificare che quel qualcuno non è il Cavaliere e nemmeno l’insieme degli eletti. Non ancora comunque. Però c’è da ammirarlo, Alfano è capace di navigare a pelo della banalità con la leggerezza frullante di un rondone a caccia di insetti. E quella sala non era che un nido di voraci termiti che a tutti costi non vogliono rinunciare a succhiare la linfa del Paese.

In questo caso però rimane un problema, perché, si, ci ha detto che non è Silvio, che non è il Parlamento, ma chi è allora questo famoso qualcuno? Si trattasse solo dei cattolici allora la cosa sarebbe facile, Dio, che però non è qualcuno come potrebbe esserlo il signor Mario Rossi, al contrario di quanto sembra dal discorso. Anselmo D’Aosta si rivolta nella tomba  ”Fatui autem dicere  stulta”.

Ma insomma pazienza, usciamo dall’argomento ontologico prima che chiudano il blog per aver violato il copyright del Proslogion. E chiediamoci chi potrebbe essere il qualcuno per i laici. Dio no, altrimenti che laici sarebbero? Ahi, la cosa diventa complicata. Se parlassimo di una persona assassinata  sarebbe facile: i genitori danno la vita e l’assassino la toglie, non fa una piega. Però in tutti gli altri casi bisogna ricorrere a Gugliemo da Baskerville, bisogna rivolgersi al medioevo che Alfano propone nella sua posizione di favorito del sultano. Ma purtroppo, al contrario che nel nome della rosa, qui non c’è  un libro segreto. Magari che  parli di serietà, di idee chiare, che imponga alle parole servili di avere un senso, non di essere un rullo di tamburo o un volo di zanzara.

No, quel qualcuno non c’è perché la vita è di ognuno. Siamo noi quel qualcuno. Ma questo sarebbe troppo dignitoso per Alfano che gode dell’imposizione delle mani del padrone, troppo onesto per un’assemblea che non riesce ad essere onesta nemmeno con se stessa, che negli applausi alle bugie e alle frasi vuote di senso, oppure ai soli messaggi di potere si deruba di un minimo di decenza. Ma si sa Angelino è generato da Papi che lo ha fatto ministro e entrambi mandano la santa corruzione ai discepoli.

Certo l’Alfano segretario non è sempre alla ricerca del sesso degli angelini con le sue frasi senza senso. E ‘ anche lirico quando parla della sua profonda vocazione politica: “A ventitre anni sentii una musica, un jingle, e vidi un uomo che mi spinse alla mia prima campagna elettorale, che mi spinse ad aderire a Forza Italia. Sentii quel jingle e decisi di aderire, lo decisi unilateralmente, senza parlare con Berlusconi, perhè lui lo vedevo in televisione. Lo vidi in quello splendido annuncio del gennaio del 1994. Credevo in quell’uomo e in quella musica”.

Ecco cos’è Alfano, un jingle, solo una strofa della voce del padrone. E’ una musica che ha stufato.

 


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