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DISEQUITALIA, un’antologia sociale

Creato il 17 novembre 2012 da Ciessedizioni

L'editoriale di Carlo Santi

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DISEQUITALIA, un’antologia sociale
DISEQUITALIA come disuguaglianza o iniquità. Equitalia è diventata, nel tempo, uno strumento perverso che ha trasformato lo Stato di diritto in Stato di polizia tributaria.

I metodi usati sono aggressivi, incivili, devastanti; senza alcuna pietà colpisce duro e inesorabilmente coloro che si ritrovano in mano le fantomatiche e temutissime “cartelle esattoriali”.

Se sei un evasore patentato e ricco non succede quasi mai nulla, se sei un “normale” contribuente, lavoratore o pensionato, allora sei spacciato: Equitalia ti porterà fino al suicidio.

Questa antologia non vuole raccontare le storie di evasori patentati, coloro che sono ricchi, purtroppo, se la cavano sempre. Costoro meritano di essere perseguiti non solo dall’Ente di riscossione, bensì anche da incisive azioni penali. Ma questo non succede mai con i ricchi, infatti, Equitalia a questi signori non “offre” la propria azione di devastazione umana, oltre che economica, bensì lo fa con i poveri e indifesi pensionati e lavoratori, piccoli commercianti e artigiani.

Molte volte sono le cosiddette “cartelle pazze”, sovente sono multe per la violazione del codice stradale o mancato pagamento dell’imposta sui rifiuti o dell’abbonamento del canone TV, magari anche dell’ICI o dell’IMU o altre imposte che non si riescono a pagare, dettate soprattutto da un momentaneo problema di liquidità. Insomma, piccole somme, a volte di poche migliaia di euro, si trasformano presto in un dissesto, un terrore, un incubo o, peggio ancora, un’autentica e ineguagliabile usura di Stato.

More, interessi, multe che arrivano anche al 40%, da aggiungersi all’importo non pagato, determinano l’impossibilità di fare fronte anche alla più larga ipotesi di rateazione.

Se non paghi o salti un paio di rate sei a un passo dalla disperazione più assoluta, non avrai più sicurezze, non avrai più speranze o illusioni perché Equitalia te le estirpa con forza rendendoti impotente. Equitalia userà l’arroganza di chi ha lo Stato alle spalle che copre tutti i suoi crimini, primo fra tutti quello di umiliare l’uomo o la donna cittadino di questo Paese, poi togliendoti tutto quello che hai costruito con fatica e una vita di stenti: auto, casa, conto corrente, stipendio o pensione. La tua vita diverrà il nulla e l’impotenza sarà la tua condanna fino al crollo psicologico e, a volte, l’epilogo più drammatico: la morte.

DISEQUITALIA vuole denunciare questo stato delle cose, malsano e incivile. Non risolverà certo il problema, ma sarà un contributo a far smuovere le coscienze di tutti noi, per cambiare mentalità, per far mutare l’idea di chi pensa che solo con i metodi aggressivi di uno Stato di polizia possa davvero migliorare la lotta all’evasione.

Questa antologia è dedicata a chi è vittima di un sistema sbagliato perché colpisce il piccolo e indifeso cittadino e non sfiora il grande evasore che, proprio perché ha mezzi economici enormi a sua disposizione, a lui non la si fa.

Un ringraziamento al Curatore e amico Alex Greco sia per la sua disponibilità, come sempre preziosa e molto professionale, sia per l’impegno profuso nel gestire l’antologia.

Grazie a Paolo Barnard per la prefazione e la sua testimonianza, molti cittadini si affidano alla sua lotta che, con preparazione, capacità e caparbietà, speriamo ottenga giustizia contribuendo a un radicale cambiamento di rotta contro questo sistema strozzante e disumano.

Grazie a tutti gli autori Alessandra Angelucci – Sergio Aquino – Paolo Barnard – Maurizio Blini – Mila Cantagallo – Alessandro Di Nisio – Alberto Gherardi – Elisa Guidelli -  Gianluca Mercadante – Carmine MonacoGianluca Morozzi – Cristina Mosca – Walter Nanni – Maria Rita Piersanti – Antonio Turi – Enzo Verrengia – Stefano Visonà per i loro contributi e per il grande valore letterario che hanno garantito all’opera raccontando storie che possono essere reali, anzi, che sono successe e stanno tuttora accadendo.

Contribuiremo così a far capire che non si può giocare con la pelle della gente, ma che la lotta all’evasione deve colpire un fenomeno, chi non paga per “mestiere”, chi è ricco e vuole esserlo ancor di più sottraendo somme dovute all’erario con l’inganno o la “contabilità creativa”.

Tutto questo non deve colpire chi vive del proprio reddito: lavoratori, pensionati o piccolo imprenditore. Per costoro è già dura arrivare alla fine del mese.


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