Magazine Attualità

Disfacimento M5S : diktat e democrazia non sono sinonimi

Creato il 27 febbraio 2014 da Webnewsman @lenews1
Disfacimento M5S : diktat e democrazia non sono sinonimi Pubblicato da Paolo Somà

Il sospetto, dopo le ultime espulsioni, c’è: i cinque stelle accreditati in rete, ma non presenti tra gli eletti, hanno forse trovato il modo per preparare le proprie candidature per le prossime liste “grilline” alle future elezioni?
Defenestrare eletti a “cinque stelle” genera “vuoti” che potranno essere colmati con le nuove liste pentastellate: un modo come un altro per garantirsi uno stipendio nel prossimo futuro.
Un’ipotesi balzana? No, siamo in Italia, il paese che ha brevettato milioni di modi per “fare le scarpe a…” e quindi non ci sarebbe da stupirsi se le votazioni sul web del popolo cinque stelle avessero un secondo fine remoto come quello descritto.

Anche perché le file dei “cinque stelle”, al Senato o alla Camera, si vanno via via assottigliando, non già per decisione politica dei singoli, ma a seguito di espulsioni reclamate da Beppe Grillo. Le più recenti, quelle che hanno generato maggior scalpore, sono state ratificate dalla “base” pentastellata con il voto on line (29.883 hanno votato per l’espulsione, 13.485 contro). Sono stati cacciati dal Movimento i Senatori Bocchino, Campanella, Battista e Orellana, colpevoli di aver criticato le modalità di totale chiusura con cui Grillo ha affrontato Matteo Renzi durante le consultazioni del nuovo presidente del Consiglio.

L’ipotesi che ventilavamo all’inizio di questa nota non appare poi così lontana dalla realtà e se ne trova conferma proprio nelle parole rilasciate a caldo da uno dei quattro espulsi, Lorenzo Battista: “C’era la volontà di mandare via quattro senatori perché hanno fatto un comunicato criticando Beppe Grillo su come si è comportato con Renzi alle consultazioni. Un’opera di pulizia in vista delle Europee”.
Diversamente dalle espulsioni immediatamente successive all’insediamento dei neo eletti a Senato e Camera (Marino Mastrangelo, Paola De Pin e Adele Gambaro) questo atto di forza della base ha generato un effetto “a cascata”.

Sarebbero già più di 30 i senatori cinque stelle pronti a difendere i dissidenti, dando vita ad un gruppo autonomo; sembra, inoltre, che anche una nutrita pattuglia di deputati del M5S sia pronta a lasciare il proprio gruppo parlamentare in dissenso con la pratica delle espulsioni.

Che il Movimento 5 stelle avesse problemi lo si era capito da subito, già nei mesi successivi alle elezioni, ma poteva trattarsi di assestamenti dovuti alla scarsa conoscenza da parte dei neoeletti dei giochi di Palazzo.
In questo caso la situazione è più grave perché nasce dall’interno. Il Disfacimento del Movimento è in atto.
La formazione dei cinque stelle che, sulle prime, era stata letta come una speranza per l’Italia, una ventata di pulizia e novità ora sta collassando a causa di diktat interni sulla cui rigidità nessuno può più fare finta di niente.

Beppe Grillocinque stellem5s

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog