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Disjoin to the Dark Side: una Top 5

Creato il 17 marzo 2012 da Mcnab75

Disjoin to the Dark Side: una Top 5

Settimana scorsa, parlando del famoso meme sui “cinque futuri“, è saltato fuori un discorso collaterale, forse ancora più autoanalitico.
Come può far paura il futuro?, chiedeva qualcuno.
La mia risposta è stata immediata: non è il futuro a farmi paura, bensì i miei limiti e i miei difetti, che freneranno senz’altro buona parte delle (pur piccole) ambizioni che nutro.

Ma in fondo chi non ha qualche lato oscuro che lo trascina in basso?
Del resto la perfezione non è umana: è innaturale e inquietante.
Invece perfezionarsi, o quantomeno conoscere i propri limiti, è cosa buona e giusta. Non solo: è fondamentale per vivere meglio e per non diventare dei supponenti cazzoni.

Scrivere questa top 5 non è stato facile. Non pretendo che mi seguiate nella sua stesura, né vi chiedo di rivelarmi i vostri pruriginosi segreti, magari da fedina penale sporca. Però, se volete, si può chiacchierare un po’. E vediamo che ne viene fuori…

Cinque limiti da superare

Disjoin to the Dark Side: una Top 5

  • Imparare a  lavorare in squadra

Collaborare è bello, utile e lodevole. Trovare qualcuno disposto a essere onesto con te fino in fondo è una sfida. Una sfida che può essere vinta soltanto provandoci. Grazie al blog (anzi, ai blog, vecchio e nuovo) ho già in parte superato questa fase che chiamerei del pistolero solitario. Scegliere solo le collaborazioni che possono migliorare la qualità del nostro lavoro è necessario. Chiudersi totalmente a riccio è controproducente.

  •  Diventare più schietto e rigido

Sembra un controsenso, visto il punto precedente, ma in realtà non lo è. Diventare più schietti e rigidi non significa trasformarsi in barbari maleducati e incivili. In Rete c’è già che copre questi spazi, li lascio volentieri tutti a loro. No, con questo proposito indendo soltando dire che occorre opporre netti rifiuti a chi dà la chiara impressione di farci perdere tempo, anche se superficialmente si mostra cortese, perfino adulante. Respingere con ferma gentilezza chi, a pelle, non può diventare nostro amico. Rifiutare le offerte di collaborazione per cui non sentiamo alcun pathos, per quanto importanti esse siano. Non cedere alla facile tentazione della mellifluità.

  • Ottimizzare il tempo

Limitare il cazzeggio quando si scrive. Rifiutare uscite non gradite solo per doveri di convenzione sociale. Evitare di fare straordinari non pagati al lavoro (ok, qui già ho rimediato). Imporsi – soprattutto in Rete – ritmi di scrittura sempre più professionali e validi. Meno ore su Facebook e più ore sul blog.
Ma anche: staccare di tanto in tanto. Al posto che devastarsi davanti allo schermo del PC fino alle ore piccole, tornare a leggere un libro o a vedere un film, mentre la pressione mentale defluisce lentamente.

  • Non farsi avvelenare

Basta dedicare spazio ed energie a chi ha come unico scopo quello di avvilirci. Basta spendere tempo a discutere (litigare) con persone che non hanno alcun desiderio di confronto, bensì solo di scontro. Basta farsi avvelenare col sospetto che i complimenti siano di maniera e le critiche sempre oneste e costruttive. Non è così.
In altre parole: acquisire fiducia in noi stessi e nelle persone che ci stimano. Colloquiare con quelle che ci criticano, ma senza pregiudizi. Mandare brutalmente affanculo gli altri.

  • Acquisire concretezza

… Qualità che il sottoscritto non ha mai avuto. Purtroppo per “concretezza” intendo anche il saper gestire tutte quelli componenti burocratiche/organizzative che ho sempre visto come fumo negli occhi, occupandomene male, in ritardo e spesso con effetti nefasti. Un libro di quelli sul genere Dieci consigli per migliorare te stesso sintetizzerebbe questo quinto punto con uno slogan semplice ma sensato: Impara a diventare il manager di te stesso. Il che, per certi versi, prima o poi diventa una necessità, visto le alternative.


Filed under: riflessioni, top five e classifiche

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