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Dislessia: un giovane racconta la sua storia “positiva”

Da Rossellagrenci
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Oggi pubblico una bella lettera lasciatami da Enrico sulla pagina Testimonianze. Un augurio sincero a tutti i ragazzi dislessici perchè trovino la loro strada, anche se in salita. Un modo di vedere la dislessia oltre le difficoltà incontrate. Grazie!

Ho 26 anni e sono dislessico. Spero che la mia storia possa dare un pò fiducia e qualche speranza in più a tutti i ragazzi dislessici e alle loro famiglie. Ho avuto la sfortuna di crescere in un contesto in cui la dislessia non era conosciuta e i metodi compensativi non erano così largamente diffusi quanto ora. Se da un lato posso criticare i docenti per la loro ignoranza, dall’altro devo ringraziare qualcuno di loro per il buon senso che hanno dimostrato. Ricordo ancora la maestra delle elementari che il pomeriggio mi faceva giocare con le parole, la professoressa delle medie che mi spiega tutti i trucchi per schematizzare le cose da studiare, la professoressa del liceo che nonostante un “niente” scritto “gniente” più di 10 volte in un tema mi diede comunque 10, e soprattutto devo ricordare i miei genitori che ancora oggi mi consigliano di intraprendere attività creative e a credere nei miei sogni. Certo non sono mancati momenti durissimi e tristissimi, ad esempio professori che mi facevano leggere per tutto il liceo a voce alta, compagni che mi hanno considerato stupido, solitudine abissale, emarginazione… Ma voglio dimenticarmi di chi mi ha ferito e ricordarmi invece dei veri “amici” e i veri “professori”. Grazie a loro e grazie a me (!!!) oggi sono laureato, sono un musicista, mi sto perfezionando, parlo bene inglese (grazie a correttori e con un buon vocabolario lo scrivo anche) e lavoro occasionalmente per teatri, giornali…dipingo anche nel tempo libero! Ma soprattutto rimango DISLESSICO, con tutti i limiti che ciò comporta (sono lentissimo nella lettura, la lettura a voce è insostenibile, la mia grafia è tremenda, le tabelline non le so, confondo destra e sinistra, faccio fatica nelle memorizzazione…) , ma anche con tutti i vantaggi che possono nascere da ciò (creatività, visione d’insieme, sensibilità…). Io penso che il segreto per fare di ogni dislessico un uomo o donna realizzata e felice sia un ambiente affettivo positivo. Servono diritti e riconoscimenti che vadano oltre il “poverino, è diverso” e che siano più nella direzione : “è dislessico, è come gli altri bambini; come possiamo insegnargli in modo efficace? come possiamo farlo venir fuori? il suo contributo è importante come quello degli altri! cosa ci può insegnare lui?”. Un grosso in bocca al lupo a tutti e buona ricerca del vostro talento. Tutti noi dislessici ne abbiamo uno! =)
Ciao

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