Chi non ha lavoro, vada a scaricare le cassette di frutta al mercato
Mi è capitato l’altro giorno di pensare ad una triste vicenda.
Ricordate cosa successe due anni fa, più o meno in questo stesso periodo dell’anno?
Un nostro Ministro (attualmente noto per gli status su Facebook su IMU e spread) avanzò una sua personalissima soluzione alla disoccupazione giovanile, consigliando ai giovani disoccupati precari (“Siete l’Italia peggiore!”) riunitisi per protestare contro le iniziative del Governo ancora in carica, di cercare un lavoro andando a scaricare le cassette di frutta al mercato.
Ricordate? Se non ricordate, è tutto su Youtube.
Sono passati due anni da quel giorno e mi chiedo quanti abbiano ascoltato il consiglio dell’on. Brunetta. Mi chiedo anche perché abbia dato proprio quel consiglio, tra le tante proposte serie o (perché no) provocazioni che avrebbe potuto lanciare.
Non stupitevi se non vedete per le strade folle di giovani con cassette di frutta in mano su e giù per i camion, quello è ancora un impiego che si alimenta con il lavoro nero di immigrati reclutati sul posto, al momento.
I nostri giovani hanno altre ambizioni: chi ha potuto è andato all’estero, aggravando il problema della fuga di cervelli, mentre altri sono rimasti.
E si sono rimboccati le maniche…perché il Ministro quel giorno non ne tenne conto? Perché non invitò i giovani ad inventarsi un lavoro? E’ così scarsa la fiducia di un esponente del berlusconismo in quelle capacità imprenditoriali che persino il suo discutibilissimo leader invita a sviluppare?
Fuori da ogni considerazione politica, emerge come la base dell'economia italiana sia sempre più distaccata dalla gestione della cosa pubblica. Non si può invitare un paese a trascurare i propri talenti con mestieri che non mettono a frutto le capacità e le ambizioni della popolazione giovanile.
I “lavori inventati” dai nostri giovani non sono necessariamente lavori “nuovi”, ma sono sicuramente lavori creativi, lavori che a volte sono hobby, come quello delle creazioni artigianali con ago e filo, trasformati in attività professionali, altre volte sono scintille di idee imprenditoriali che su internet e nell’e-commerce trovano il loro carburante e che, come spesso accade, danno lavoro anche ad altri.
Dai giovani Italiani sono nate una miriade di nuove imprese. Parliamoci chiaro, non tutte avranno lo stesso successo, ma una per una testimoniano la grandissima voglia di fare della popolazione, un fare che non si limita ad accontentarsi del primo lavoro, ma di crearne altro – e del resto chi lo dovrebbe creare, forse quello stesso Stato che ci invita a scaricare cassette di frutta?