La drammaticità degli ultimi dati Istat sta nel raffronto tra gli anni che l'Istituto di Statistica fa per esemplificare l'analisi. In Italia, non si registrava un tasso di disoccupazione come quello attuale dal 1977. Basti pensare che nel primo trimestre di quest'anno, si sono persi ancora 100mila posti di lavoro a termine mentre, anche a causa del maltempo, il ritardato avvio della stagione turistica favorisce la catastrofe della disoccupazione giovanile, tristemente giunta al 40 per cento. E la colpa di questa situazione è dell'Europa germanocentrica che ha imposto una dieta ferrea a tutti meno che a se stessa. La Germania non è mai stata così florida e, pur non avendo Miami come capitale, il sole che brilla sulle sue imprese, sul saldo attivo import-export e sulla tenuta dei conti pubblici è da record assoluto, roba da AAA, insomma. Ma attenzione, anche in Germania inizia a spirare aria di fronda nei confronti della politica economica di Angela Merkel, perché se è vero che la situazione interna è ancora da primato, non giova ai tedeschi che tutto intorno ci siano economie al macero: se non girano soldi nel resto d'Europa, i mercati tedeschi si contraggono e allora potrebbero nascere guai seri. Tutti guardano, giustamente, alle elezioni tedesche del prossimo settembre. Una riconferma della Merkel, significherebbe almeno altri cinque anni di recessione, mentre una sua sconfitta potrebbe rimodulare l'impostazione economica della UE e puntare decisamente allo sviluppo. La differenza fra la Merkel e la Tatcher, è che la prima fa vivere i suoi cittadini alla grande, dagli operai agli industriali agli speculatori, la seconda spaccò l'Inghilterra in due: da una parte i ricchi, dall'altra i poveracci della ex middle-class. Perfino gli inglesi, così tatcheriani nella politica economica di David Cameron, stanno pensando seriamente di uscire dall'Europa dopo averne caparbiamente rifiutato la moneta. Perfino il tatcheriano Cameron, insomma, ritiene troppo tatcheriana la politica di Angela Merkel, figuriamoci l'italietta di questi tempi, la francetta di Hollande e la spagnetta di Rajoy. Comunque, mentre l'Europa è in stand by aspettando settembre, in Italia sono usciti i dati dei contribuenti, suddivisi per categorie. Veniamo così a sapere che esistono vere e proprie sacche di povertà latenti: i tassisti, gli albergatori, i commercianti, i baristi, gli autosaloni, i parrucchieri, i saloni di bellezza, i centri estetici sono sull'orlo della fame nera, roba da frugare nei cassonetti o ricorrere, la domenica, alla mensa della Caritas. Ma peggio di loro, di queste emerite categorie di aspiranti evasori fiscali, stanno i gioiellieri e le discoteche. La recessione è gravissima, per cui i beni di lusso e i divertimenti segnano il passo come non mai. I gioiellieri, poverini, guadagnano meno di 1500 euro al mese, una situazione drammatica per chi è abituato a trascorrere la giornata lavorativa fra Rolex e Bulgari, Philippe Patek e Tiffany. Insomma, anche per loro vale il detto: “guardare e non toccare”, vendono lusso e mangiano pane e cipolle, un vero e proprio dramma esistenziale sanabile con un lungo periodo di analisi. Che poi possiedano ville e suv, yacht e seconde e terze case, è solo un incidente di percorso, un vizio antico, un vezzo da status symbol. Alla faccia dei dipendenti pubblici e degli impiegati, loro sì che stanno bene con i loro 20mila euro di media annuali. Loro sì che possono permettersi vacanze alle Maldive e a Santo Domingo, massaggi a Bangkok e lifting a Rio de Janeiro. I lavoratori dipendenti sono i veri depositari della ricchezza nazionale per cui, la mancata indicizzazione degli stipendi, fermi da Noè, equivale a un freno morale che rasenta l'etico. I partiti hanno deciso di togliersi il finanziamento pubblico (veramente lo aveva sancito un referendum, ma fa lo stesso). D'ora in avanti solo contributi privati e quota parte dell'Irpef, peraltro con un tetto ferreo. Pronta l'incazzatura di Angelino o' Schiattamuort Alfano, che ripensando ai soldi che Silvio ha dato prima a Forza Italia poi al Pdl, ha iniziato a sentirsi orfano di padre e soprattutto, più povero.
Magazine Politica
Disoccupazione. Mai così alta dal 1977, il 40 per cento sono giovani. Colletta nazionale per i gioiellieri, la categoria dei nullatenenti.
Creato il 01 giugno 2013 da Massimoconsorti @massimoconsorti
La drammaticità degli ultimi dati Istat sta nel raffronto tra gli anni che l'Istituto di Statistica fa per esemplificare l'analisi. In Italia, non si registrava un tasso di disoccupazione come quello attuale dal 1977. Basti pensare che nel primo trimestre di quest'anno, si sono persi ancora 100mila posti di lavoro a termine mentre, anche a causa del maltempo, il ritardato avvio della stagione turistica favorisce la catastrofe della disoccupazione giovanile, tristemente giunta al 40 per cento. E la colpa di questa situazione è dell'Europa germanocentrica che ha imposto una dieta ferrea a tutti meno che a se stessa. La Germania non è mai stata così florida e, pur non avendo Miami come capitale, il sole che brilla sulle sue imprese, sul saldo attivo import-export e sulla tenuta dei conti pubblici è da record assoluto, roba da AAA, insomma. Ma attenzione, anche in Germania inizia a spirare aria di fronda nei confronti della politica economica di Angela Merkel, perché se è vero che la situazione interna è ancora da primato, non giova ai tedeschi che tutto intorno ci siano economie al macero: se non girano soldi nel resto d'Europa, i mercati tedeschi si contraggono e allora potrebbero nascere guai seri. Tutti guardano, giustamente, alle elezioni tedesche del prossimo settembre. Una riconferma della Merkel, significherebbe almeno altri cinque anni di recessione, mentre una sua sconfitta potrebbe rimodulare l'impostazione economica della UE e puntare decisamente allo sviluppo. La differenza fra la Merkel e la Tatcher, è che la prima fa vivere i suoi cittadini alla grande, dagli operai agli industriali agli speculatori, la seconda spaccò l'Inghilterra in due: da una parte i ricchi, dall'altra i poveracci della ex middle-class. Perfino gli inglesi, così tatcheriani nella politica economica di David Cameron, stanno pensando seriamente di uscire dall'Europa dopo averne caparbiamente rifiutato la moneta. Perfino il tatcheriano Cameron, insomma, ritiene troppo tatcheriana la politica di Angela Merkel, figuriamoci l'italietta di questi tempi, la francetta di Hollande e la spagnetta di Rajoy. Comunque, mentre l'Europa è in stand by aspettando settembre, in Italia sono usciti i dati dei contribuenti, suddivisi per categorie. Veniamo così a sapere che esistono vere e proprie sacche di povertà latenti: i tassisti, gli albergatori, i commercianti, i baristi, gli autosaloni, i parrucchieri, i saloni di bellezza, i centri estetici sono sull'orlo della fame nera, roba da frugare nei cassonetti o ricorrere, la domenica, alla mensa della Caritas. Ma peggio di loro, di queste emerite categorie di aspiranti evasori fiscali, stanno i gioiellieri e le discoteche. La recessione è gravissima, per cui i beni di lusso e i divertimenti segnano il passo come non mai. I gioiellieri, poverini, guadagnano meno di 1500 euro al mese, una situazione drammatica per chi è abituato a trascorrere la giornata lavorativa fra Rolex e Bulgari, Philippe Patek e Tiffany. Insomma, anche per loro vale il detto: “guardare e non toccare”, vendono lusso e mangiano pane e cipolle, un vero e proprio dramma esistenziale sanabile con un lungo periodo di analisi. Che poi possiedano ville e suv, yacht e seconde e terze case, è solo un incidente di percorso, un vizio antico, un vezzo da status symbol. Alla faccia dei dipendenti pubblici e degli impiegati, loro sì che stanno bene con i loro 20mila euro di media annuali. Loro sì che possono permettersi vacanze alle Maldive e a Santo Domingo, massaggi a Bangkok e lifting a Rio de Janeiro. I lavoratori dipendenti sono i veri depositari della ricchezza nazionale per cui, la mancata indicizzazione degli stipendi, fermi da Noè, equivale a un freno morale che rasenta l'etico. I partiti hanno deciso di togliersi il finanziamento pubblico (veramente lo aveva sancito un referendum, ma fa lo stesso). D'ora in avanti solo contributi privati e quota parte dell'Irpef, peraltro con un tetto ferreo. Pronta l'incazzatura di Angelino o' Schiattamuort Alfano, che ripensando ai soldi che Silvio ha dato prima a Forza Italia poi al Pdl, ha iniziato a sentirsi orfano di padre e soprattutto, più povero.
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