Magazine Carriere

Disoccupazione under 24 al 43,5%

Creato il 05 marzo 2014 da Propostalavoro @propostalavoro
<div class=">Disoccupazione under 24 al 43,5%Lo riporta Tito Boeri e senz'altro bisogna credergli: la soglia di disoccupazione giovanile che oltrepassa un nuovo record non è il più grave dei problemi per gli under 24 italiani.

 

Come mai? Cosa c'è di peggio?Facciamo un veloce ripasso per capire il senso di questo apparente paradosso.Per costruire le statistiche sul lavoro, si prende generalmente in considerazione la popolazione tra i 15 ed i 65 anni. Sotto i 15 anni, infatti, i giovani non possono essere assunti, mentre sopra i 65 si suppone che i lavoratori siano già in pensione. Queste persone compongono la quota di popolazione attiva del paese, e partecipano al mercato del lavoro nazionale.

 

All'interno della popolazione attiva vi sono due gruppi, occupati disoccupati. Sempre ai fini delle statistiche, una persona è occupata se nella settimana precedente il censimento è stata impegnata in almeno un'ora di lavoro legalmente retribuita; disoccupato, invece, è chi non lavora ma ha compiuto, sempre nella settimana di riferimento, attività di ricerca di lavoro.E chi non cerca lavoro? Tornando alla fascia d'età che abbiamo considerato all'inizio, è fisiologico che tra i 15 e i 24 anni moltissimi giovani siano impegnati in un percorso di formazione scolastico o universitario, e che l'ingresso nel mercato del lavoro avvenga in un secondo momento. 

 

In Italia, soprattutto, la tendenza degli ultimi anni è stata ritardare quanto più possibile l'ingresso nel mercato del lavoro per motivi più culturali che di effettiva impreparazione di chi non prosegue gli studi.Entrare nel mercato del lavoro comporta il rischio di entrare nel mondo della disoccupazione, ragion per cui, fino al luglio 2012, come riporta il grafico, quanti più giovani facevano il proprio ingresso nella popolazione attiva, tanti più disoccupati si registravano sul mercato. Ma i giovani Italiani hanno smesso di essere "solo" disoccupati: i giovani Italiani sono scoraggiati.

 

Il numero di riferimento, ora, è 73, 73 giovani su 100 hanno smesso di credere nel mercato del lavoro. A questo numero si aggiunge quello dei NEET, acronimo di Neither in Education, Employment or Traininggiovani che insomma, non studiano, non lavorano, non fanno stage. Sono 2,3 milioni, quasi un quarto della popolazione giovanile totale.

 

Se i numeri non vi impressionano, provate ad immaginare di essere una persona che vuole trovare un lavoro, uno stage o un percorso di formazione a questi giovani, poniamo un Matteo Renzie che vi basti un colloquio di 10 minuti con ciascuno di loro per decidere come orientarli. 

 

In totale fanno 23 milioni di minuti totali, che corrispondono a poco meno di 16mila giorni, cioè 43 anni e 9 mesi.In bocca al lupo al nuovo governo.

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog