A scuola della ‘povna, soffia forte, da qualche mese, il vento della rivoluzione tecnologica. E’ partito in sordina con il progetto “Comunità del libro” (come la ‘povna ha raccontato in precedenza), ma – da cosa nasce cosa – è diventato ben presto una burrasca. E così, piano piano, sta cambiando proprio tutto: l’uso delle nuove tecnologie in classe come qualcosa di ineludibile, e anche bello, il passaggio al registro elettronico, la necessità di un nuovo sito. La ‘povna si è trovata (volontariamente) in pieno occhio del ciclone, e non può che cavalcarlo. Così, obbedendo a una vocazione pedagogica che è in lei più forte di ogni istanza (e anche alla sua tendenza a lasciar tutto in ordine e composto, quando se ne va e chiude la porta – come avverrà probabilmente l’anno prossimo), insieme ad Hal9000 ha meditato un piano di battaglia. Che consiste, nella sostanza, nel tentare di agevolare il più possibile, per i colleghi meno pronti, la modalità di approccio, per rendere questo passaggio indolore e accattivante (mentre loro, nel mezzo, per costruire tutto questo, si fanno graziosamente un culo quadro). Tra gli strumenti che hanno messo in atto, c’è quello delle dispense: in poche parole, ogni loro attività di aggiornamento è accompagnata da produzioni scritte, che tanto l’una, quanto l’altro, tippettano instancabilmente (e mandano poi all’attenzione di tutti nella comune mailing list, come se fosse cosa facile e leggera). Nello specifico, Hal9000 si è occupato di scrivere le istruzioni per accedere alla classe telematica (mandando, con tanto di screenshot, un grazioso manualetto); alla ‘povna, invece (forte della sua battitura a dieci dita da provetta dattilografa) è toccato il compito di organizzare gli appunti dei corsi di aggiornamento, in tempo reale, sotto forma di dispense, che lei scrive compunta, e poi a casa rivede, orna di illustrazioni e invia in formato pdf, per la gioia (almeno spera) di tutti i suoi colleghi.
E’ diventata talmente un’abitudine, quella di fare da copista, che oramai i colleghi se lo aspettano sempre – anche in occasioni nelle quali la ‘povna farebbe volentieri festa (o in corsi di aggiornamento che esulano dalla Comunità del Libro).
Ma tant’è, siamo in ballo, si balla. E anche oggi, dunque, incastrata sulle scomodissime sedie dell’Aula Magna, la ‘povna ottemperava al suo dovere con voglia inversamente proporzionale alla sua vocazione da prima della classe. Aveva scritto tutto, organizzato per bene per paragrafi. Il relatore era arrivato alle ultime note (che lei si apprestava a trascrivere, come sempre diligente), quando…
“Prof., quanto tempo”.
Le parole di Corto, sul canale telematico, arrivano inattese, e la travolgono. E’ stata questione di un momento: la ‘povna in due rapidi balletti, ha abbandonato i panni della insegnante perfetta, per ritrovarsi, lontana da tutto e tutti, sorridente, a fare la cretina (iniziando una di quelle discussioni topiche, su amore, morte, mondo che, tra riprese e salti, li accompagnerà fino alla buona notte) col suo alunno prediletto. Perché l’innovazione è cosa buona giusta, certo. Ma le cose serie, in ogni tempo, restano comunque tali.