Mi rendo conto che abbiamo un governo “assassino” del paese; e la cui incompetenza non si sa bene se è calcolata oppure è effettiva “qualità” dei suoi ignobili membri. Abbiamo poi schieramenti (im)politici, di buffoni e malviventi, guidati, da una parte, da semplici rinnegati di poche capacità (la cui alternativa è rappresentata da “giovani” ignoranti e pronti ad ulteriori capriole, sempre in funzione filo-imperiale) e, dall’altra, da cialtroni ottusi e ignoranti alla cui testa rimane tuttora un uomo che non è laido per i suoi festini, ecc. bensì per aver tradito tutto e tutti perché marcio di paura e opportunismo biechi.
Capisco quindi che qualcuno possa pensare: meglio appoggiare i grillini così lo sfascio è assicurato. Il fatto, poi, che da destra e da sinistra li si attacchi con tanta veemenza e costanza (tutti i giorni!) – poiché certo disturbano i giochi che simili mascalzoni vorrebbero condurre con delinquenziale tranquillità per meglio fregarci – spinge taluni a vedere Grillo come il “male minore”. Non è così, è pura apparenza creata da chi ispira e conduce per mano il comico nel rappresentare un’altra faccia della stessa medaglia, cioè della prolungata opera (ormai ventennale) di totale sfibramento dell’Italia allo scopo di consegnarla all’arbitrio dei “liberatori” Usa quale semplice “espressione geografica” adatta alle operazioni imperiali di quel paese.
Anche nel ’92, qualcuno credé fosse furbo accettare “mani pulite”, pur con il suo pericoloso giustizialismo, onde annientare il vecchio potere democristo-socialista e creare una situazione di confusione in cui fosse possibile al “popolo” esprimere qualche suo gruppo di rinnovamento. Si trattava invece – e con orgoglio rivendico di averlo capito in tempo brevissimo – di una sporca operazione di ricambio condotta da oltreatlantico, con l’appoggio dei “cotonieri” della nostra Confindustria (guidati dall’Avvocato!); operazione che voleva solo dare il governo a dei criminali non comunisti, bensì della “sinistra progressista” (del politically correct), i peggiori furfanti e servi di poteri stranieri (anche quelli italiani così si configuravano nell’industria “privata”).
Oggi, Grillo compie un’operazione che per certi versi è analoga. Lo fa consapevolmente o soltanto perché è convinto di poter svuotare qualche altro serbatoio di voti? Impossibile deciderlo al momento, ma quel che conta è l’oggettività del fatto. Candida Di Pietro, che per me è un agente americano infiltrato nella magistratura e datosi poi alla politica, alla presidenza della Repubblica; e Ingroia, altro scatenato pm del tutto ambiguo, alla presidenza del Consiglio. Non c’entra nulla il fatto che Grillo non abbia personale politico da proporre. Qualcuno pensa veramente a Di Pietro e a Ingroia come fossero anche soltanto imitazioni di agenti politici? Non fatemi scompisciare, per favore. Si tratta di due maneggioni, con precisi referenti in dati ambiti, pericolosi per le sorti del nostro paese. Sia chiaro: non più pericolosi dei “tecnici” e degli altri saltimbanchi esistenti negli apparati politici (fra i quali saltimbanchi va annoverato anche l’italiano prestato alla BCE, vero “amerikano a Francoforte”, non però così simpatico e innocuo come Nando Mericoni/Alberto Sordi “a Roma”). Tuttavia, i due proposti da Grillo non sono un’alternativa “nazionale”, ma solo un’eventuale carta di ricambio – e transitoria, onde avere eventualmente il tempo di formare nuovi gruppi di banditi antinazionali – se la situazione dovesse in qualche modo precipitare.
Dobbiamo sempre rimanere schiavi dell’incantamento procurato dalle ben note “solidarietà antitetico-polari”? So che in politica si deve a volte “abbozzare” e scegliere “alleati”/nemici per combatterne altri ritenuti più pericolosi. Temo tuttavia che ciò non serva in quest’occasione e nel presente contesto; così come non servì la presunta “furbizia” di chi, vent’anni fa, suggeriva a quelli come me di essere “tenero” con “mani pulite” che ci liberava intanto dal regime a noi inviso dal 18 aprile del 1948. Dissi allora che si trattava di grossolano errore, che la toppa era peggiore dello strappo; o comunque non lo ricuciva per nulla, lo metteva viepiù in evidenza. Lo ripeto oggi. Siamo invero naufraghi su una zattera senza più viveri; e navi o terra non si profilano all’orizzonte. Va be’, moriremo di fame e di sete. Credere a Grillo, temo sia però come mettersi a bere l’acqua salata del mare e intaccare con un coltello il legno della zattera per mangiarselo a schegge.
Non credo sia questa la strada da seguire, per quanto disperati possiamo essere.