“È probabile che la frase: «non può camminare mentre mastica il chewing gum» sia stata inventata per descrivere una persona estremamente disprassica. Una madre mi disse che suo figlio non aveva mai superato la fase in cui si è maldestri.” Queste le parole di Davis per descrivere i soggetti disprassici, ed in effetti la disprassia è questo e molto di più.
Etimologicamente disprassia significa “azione disturbata o contrariata”, la clinica pedagogica riconosce numerosi sintomi di questo disturbo che spesso viene sottovalutato, ma la pratica è quella che qui più ci interessa.
Ma chi è il disprassico? In sintesi, un bambino o ragazzo disprassico è scoordinato, precipitoso, spesso disattento nei movimenti ma anche nelle attività in cui l’attenzione può essere cruciale (in primis le attività scolastiche). Il bambino disprassico si perde nel gruppo, soffre la confusione, è un bambino molto legato, imbrigliato. Non riesce a gestire la pressione e la fretta. È spesso un bambino goffo nei movimenti, lento, un po’ impacciato, ma spesso molto creativo e originale. I genitori parlano di un rallentamento generalizzato nei movimenti, nelle sequenze. Fa fatica negli sport di squadra e le sue difficoltà, spesso, si rispecchiano nelle attività scolastiche: calcoli veloci, grafo-motricità, letto-scrittura, metodo di studio, resocontazione orale, … spesso sono vittime, come il bambino, della disprassia e dello scoordinamento generalizzato che il soggetto subisce.
Il bambino disprassico si palesa soprattutto in alcune situazioni, tra queste:
- discesa delle scale (spesso le scende in maniera precipitosa, saltandone alcune, oppure le fa molto lentamente, con eccessiva attenzione),
- attraversamento della strada (si lancia nell’attraversamento in maniera precipitosa o è molto attento),
- giochi di gruppo e sport di squadra (soffre il caos o, al contrario, è lui stesso a crearne),
- lezioni scolastiche (è spesso disattento e distratto),
- maneggio del denaro (fa difficoltà nel conteggio del resto, predilige le monete)
- difficoltà nella consultazione dell’orologio, …
Il soggetto disprassico non è meno intelligente, ma fa più fatica degli altri nella coordinazione, e per questo perde in qualità nelle prestazioni, in altre parole sa fare le cose ma le fa lentamente o precipitosamente, non con la giusta fluidità e per questo non le svolge in maniera ottimale, subendone così tutte le conseguenze.
Spesso questi bambini o ragazzi vengono descritti come pigri, svogliati, lenti, precipitosi, ma la realtà è che non riescono a prendere il giusto ritmo nelle attività che svolgono. Non sanno gestire lo spazio e il tempo a loro disposizione e quello che a genitori e insegnanti può sembrare mancanza di interesse o di voglia nell’affrontare qualsiasi attività, è invece reale difficoltà che può e deve essere affrontata al fine di evitare che diventi qualcosa di più serio e importante, tanto da dar luogo a disturbi specifici dell’apprendimento (dislessia, disgrafia, discalculia, …).
Diagnosticamente è possibile valutare la presenza o meno della disturbo di natura disprassica, con l’intenzione di escluderlo, se non presente, o segnalarlo e proporre dunque brevi interventi pedagogici che abilitino il soggetto ad assumere la giusta fluidità nell’affrontare attività quotidiane e scolastiche.
Il Centro Clinico Pedagogico Itard Di Corridonia è pertanto a disposizione per consulenze GRATUITE al fine di valutare, insieme ai genitori, la necessità o meno di percorsi educativo-pedagogici specifici, per poter scegliere poi liberamente cosa fare con il proprio figlio, conoscendo le varie opzioni pratiche.
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IL CENTRO CLINICO PEDAGOGICO VICTOR
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