Sono la lupa che ulula al buio, il cane che guaisce dall'altra parte della strada. La licantropa antroposmorfia che smorza sorrisi falliti. Mi appiccico alla pece d'un cielo orfano. Non ho pace. A quattro zampe, lecco il dolore e sputo per terra rantoli di purezza che non riesco ad annerire. Senza argento mi ossido, mi sminuzzo e disegno con le briciole, lo spreco. Striscio e mi graffio le ginocchia. M'impolvero, povera d'istinto. Non si accettano regali. Ingoio la sete e bevo carta. Mi anniento, urlo, m'incenerisco. M'unisco ai fantasmi e mi spavento. Sparo occhi e non ci vedo più. Sono lupa e sono cane.