Dissociarsi dalla paura e liberarsi dalle sue limitazioni con il Mental Training

Creato il 20 gennaio 2011 da Ekis Sport Coaching @Ekis_srl

Al lavoro “generale” trattato nel precedente articolo dedicato alla sfida contro la paura, aggiungiamo qualcosa di più specifico e molto efficace.

Ieri mi sono capitati due episodi davvero interessanti e, dato che credo che quelle che spesso definiamo casualità in realtà siano degli utili messaggi, mi sento di condividerli con voi anche perché rinforzano teorie e tecniche apprese nel percorso di Mental Coach.

Durante una coaching sportiva mi sono trovata a dover modificare gli obiettivi della stessa, perché è emerso chiaramente da parte del coachee uno stato molto limitante legato alla paura.

Il ragazzo è uno sciatore promosso quest’anno in squadra maggiore e mi riferiva di come il pensiero del salto di categoria scatenasse in lui da una parte un’emozione assolutamente positiva e stimolante, dall’altra una sensazione da lui definita di paura e legata in particolare alla velocità, forse ritenuta elemento essenziale da incrementare per riuscire ad essere competitivo anche contro le future nuove sfide ed avversari.

Abbiamo lavorato con un paio di tecniche “semplici” legate all’immagine che lui si faceva e che gli scatenava questa emozione limitante, riuscendo a migliorare il suo stato, senza tuttavia scardinare del tutto il processo mentale all’origine della stessa.

Sono quindi subito passata a tecniche che nell’Allenamento Mentale agiscono utilizzando il concetto di associazione e dissociazione e gli esiti sono stati assolutamente devastanti.

Osserva il filmato che segue e nota cosa cambia in te nei momenti in cui la prospettiva dell’immagine è quella propria del soggetto in azione, ossia associata, rispetto ai momenti, pur brevi nel filmato, in cui la prospettiva si sposta e diviene quella di un osservatore esterno quindi dissociata.

Nella coaching di ieri siamo passati in poco tempo da uno stato caratterizzato da assoluta passività, timore, senso di incapacità e insicurezza in una situazione di normale allenamento, all’immaginarsi dietro al cancelletto di partenza di una gara fondamentale della stagione, con pendio, neve e tracciato difficili, quindi in una situazione di pressione agonistica massima, in cui non solo lo stato che provava il ragazzo era di fiducia, coraggio, determinazione e spinta all’azione, ma sul suo viso è apparsa addirittura una smorfia di sorriso mista a sfida.

Aver ristrutturato il processo mentale del filmato che l’atleta si era fatto della sua prestazione, utilizzando a nostro vantaggio le differenze tra il viverlo in maniera associata, quindi immaginandolo come vissuto realmente, e il viverlo in maniera dissociata, quindi vedendolo proiettato come un film, ha permesso di trasformare le energie percepite da limitanti in potenzianti.

Abbiamo ancorato il tutto sia a livello cinestesico che uditivo utilizzando, durante alcuni momenti particolari del lavoro, una canzoncina un tantino comica e sono certa che ora, quando il ragazzo ne sentirà il bisogno, potrà andare a richiamare quel gesto e quella canzoncina trovandosi in un attimo in uno stato ottimale per esprimere la sua peak performance.

Accennavo all’inizio a due coincidenze. La sera, vedendo un servizio sullo studio degli orsi polari, sento il documentarista che, raccontando di una situazione di grande pericolo vissuta trovandosi a riprendere un’orsa con due cuccioli, afferma: “Mi sono trovato in un attimo travolto da una sensazione di immane paura, eppure, nel momento in cui riprendevo a guardare nella telecamera per non perdere l’occasione di documentare il tutto, quella sensazione svaniva quasi completamente; quando guardi nella telecamera è come vedere un film, ti dissoci e le sensazioni cambiano”.

Impariamo con il Mental Coaching a diventare un po’ registi di noi stessi e delle nostre esperienze, perché nulla ci vieta, anche nelle situazioni di grande difficoltà, di cambiare inquadratura del nostro film, modificare qualche particolare della scenografica, giocare con le luci, montare le scene a nostro vantaggio, creare e proiettare una pellicola utile per allenarci ad esprimere al meglio tutte le nostre potenzialità.

Ora agisci, prova, esercitati e ricorda, nell’affrontare ogni sfida, di valorizzare sempre anche il potere dell’umorismo e della risata.

Se riesco a ridere di qualcosa ho già fatto il primo passo e spesso è proprio il primo passo a fare la differenza!

A presto

Di Tiziana De Martin


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