Magazine Diario personale

(Dis)soluzione

Da Alekosoul

DrowningDeriva. Quello che non ho ancora capito è per quale motivo non sono ancora riuscito ad annegare in un mare di disperazione. Abbracciare concretamente quella sofferenza, che da tempo giace inascoltata, nei recessi del mio spirito. Ciò che serve è l’accettazione di questo scacco esistenziale, la consapevolezza di essere in un corridoio vuoto, senza uscite, un lungo percorso verso l’estinzione, che può essere evitata solo con pensieri e azioni non convenzionali. Nega la realtà, buttati del vuoto, inspira la notte, e divora il vuoto. Forse inabissarmi nell’oceano nero del mio dolore rappresenta l’unica strada per rilasciare queste catene affilate, che stringono e costringono le mie membra. Innaturalità, forzature, mancanze di senso. Sono una distorsione, dissonante di una melodia, che un tempo riconoscevo come me stesso. Nell’attutito percepire delle profondità liquide dello sconforto troverò il ristoro del silenzio, una barriera all’invasione continua dei pensieri che, autolesionisti, continuano a rivolgere le loro armi contro di me. Annegamento, disfacimento, dissoluzione. Emergerò forse in un altro mare, dove altre onde, altri pensieri, e finanche un altro me attenderanno, sulla spiaggia di uno sconosciuto territorio che non esiste e mai esisterà, nell’inascoltato grido di dolore che, inespresso, soffocato, brucia dentro me.
(Dis)soluzione.


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