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dissolvenze

Da Naimablu
dissolvenzeFrancesca Woodman
Lei non dimentica. I giorni trascorrono, le accarezzano la vita senza che lo voglia. È primavera, lo sanno i davanzali che si mostrano vestiti dei colori più vivi o gli angoli delle strade che riescono a nascondersi al buio per sempre meno tempo, lo sa la pelle che brama il sole come fosse lei stessa un fiore. Lei anche lo sa, ma fa finta di non sapere. Rifiuta quelle carezze rispondendo con un sorriso che ormai si è spento e una figura evanescente che non partecipa alla danza della stagione del risveglio, ostinandosi in un sonno deciso. Lei dorme, ma anche nei sogni, non dimentica. Si lascia vivere in una vita che porta con sé un posto eternamente vacante, un dolore sfumato in una dissolvenza perpetua che non la vuole lasciare. Lei non vuole che questo dolore la lasci. In questa non vita è l’unica cosa che le resta di lei, è lei. Tutto quello che ha è questo abbandono, la figura di lui che non c’è, ma ci sarà per sempre. Il giorno in cui lui è andato via, lei ha deciso che, se non fosse stato possibile seguirlo con il corpo, lo avrebbe seguito con i pensieri. Da quel giorno, tutto è dedicato a lui, ha deciso di non dover scegliere più. Qualcosa, oggi, le chiede di svegliarsi, di stringere gli occhi più forte che può per poi spalancarli e renderli pronti ad accogliere la luce. Una luce che non vuole ma che c’è già e le chiede di smettere di serrarli quegli occhi. Questa mattina non è una mattina come tante e ancora non lo sa, non è preparata. Ha aperto gli occhi come sempre, ha evitato lo specchio come se quel riflesso di lei non fosse che un estraneo che vuole impossessarsi della sua non esistenza, ha calpestato con passo pesante quel pavimento abitato da brandelli di vita abbandonati. Lo squillo del telefono ha rotto l’ennesima replica di un risveglio che avrebbe annunciato una giornata uguale a tutte. Lei ha alzato la cornetta, ha ascoltato, la voce le ha detto qualcosa a cui non era preparata. Accarezza la pancia, si siede, stanca e sorpresa. Si volta e lui è ancora lì, si accarezza ancora. La dissolvenza, ora, non è più. Apre gli occhi.

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