“Io creo la mia realtà e ciò non depone a mio favore” (Sara Bini)
Una delle scoperte più sconcertanti e allo stesso tempo più interessanti che può capitare nelle nostre vite è prendere coscienza delle nostre incongruenze o, se vogliamo dar loro un altro nome, le nostre ambivalenze.Raramente ne facciamo contatto diretto: come al solito, è molto più facile individuarle negli altri. Esempi tipici “Guarda tizio, dice sempre che non sopporta il suo lavoro e lo vuol cambiare ma non manda nemmeno un curriculum” oppure “Mi dice che mi ama e poi mi fa star male flirtando con gli altri/altre” e ancora “Sembrano la coppia perfetta ma non li sento davvero felici” ecc…Le incongruenze, cioè le discrepanze tra ciò che crediamo di essere e ciò che poi manifestiamo, ciò che diciamo e ciò che facciamo, ciò che pensiamo di volere e ciò che invece continuiamo a far accadere, sono il pane quotidiano dell’essere umano. Sembra che la natura umana sia stata creata ‘irrisolta’ ( e forse irrisolvibile) ‘by default’.
Ci sono molti livelli e molti gradi di incongruenza , da quelli più eclatanti e ‘grossolani’ a quelli più sottili, subdoli, talvolta percepibili solo dal diretto interessato, che si tormenta in segreto, o da chi ne fa le spese. Alcune di queste ‘fratture’ nel nostro essere si sanano in modo naturale con un normale processo di crescita e maturazione - evento anche questo, ahimè, da non dare per scontato. Altre invece hanno radici così profonde, direi quasi ‘archetipiche’, che richiedono molti anni e molta energia per venire individuate e riarmonizzate. Queste ultime, sono spesso il punto di partenza per una seria ricerca interiore, per la nostra mitologia individuale, il nostro personale “Viaggio dell’Eroe”.
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