Recensione
Mi aspettavo sinceramente di più da Dissonanze Erotiche, il romanzo di genere erotico appunto, scritto da Luciana Battan. Un senso di vuoto è quello che rimane dopo aver letto, l’ultima pagina del libro.
Dissonanze Erotiche è un libro estremamente triste tanto è grande la solitudine che vive la giovane Anna Mandelli, protagonista del romanzo, lo stesso sentimento che la induce ad agire perversamente, consumata dal continuo desiderio di soddisfare la sua carne.
La lotta di Anna con se stessa si traduce lentamente in una resa che deriva dall’accettazione del suo modo di essere, con una graduale riduzione degli scrupoli morali.
L’impossibilità di vivere la sessualità con suo marito porta la donna a bramare altri uomini e a cercare in questi qualsiasi cosa le lasci dentro un’emozione cui appigliarsi per sentirsi viva.
E’ molto insolita la scelta di accostare la figura di un malato di HIV, malattia ancora sconosciuta negli anni in cui è ambientato il romanzo, con quella di una donna che pur di soddisfare i suoi istinti è disposta a tutto e forse la vicenda poteva essere uno spunto per lanciare, tra le righe, un messaggio rivolto alla prevenzione contro le malattie veneree.
La storia è tutta basata sulla perversa idea di amore che Anna ha nei confronti di Rami Jancovic, antropologo serbo a cui è sposata, ricoverato da svariati mesi in ospedale: la donna scinde il suo sentimento dal bisogno, fisiologico per lei, del sesso; lo stesso amore la spinge a viaggiare per il Nord Europa alla ricerca del figlio che Rami ha avuto pochi anni prima di conoscerla, con una giovane zingara, di cui però il malcapitato non aveva conoscenza.
Una cartolina d’aiuto è l’input che dà una scossa alla storia e avvia il tour di Anna dalla Rinascente di Milano alle fredde notti tedesche ed austriache nel corso delle quali avrà modo di fare svariati incontri che, tralasciando menage-a-trois e le rapide passioni ad altaquota o il sadomasochismo, danno la possibilità di conoscere realtà commoventi e toccanti: la storia delle due sorelle ebree è molto forte, così come la vita nei campi rom dove donne e bambini sono oggetti di proprietà il cui sfruttamento si traduce in bottiglie di vino e violenze di ogni tipo.
Il libro è scritto davvero bene, le espressioni sono di un’elevata ricercatezza che a tratti raggiunge tinte poetiche e la armoniosità di alcune espressioni è un piacere per la lettura che si consuma velocemente.
E’ un testo scritto da una persona di grande cultura (come si evince dai numerosi rimandi di ambito artistico, storico, letterario, linguistico), ma soprassedendo il giudizio che comunque è di un buon romanzo, piccoli riferimenti pungenti sul modo di essere dei meridionali li avrei evitati, sono un po’ troppo marcati in via esclusiva per giunta.
Il fatto che ci sia un seguito all'opera giustifica in parte il finale sospeso delle ultime pagine che comunque mi ha lasciata un po' interdetta; spero ci sarà un epilogo per la storia di Anna e Rami che possa dare un senso conclusivo all’intera vicenda.
In conclusione tre stelle quindi per Dissonanze erotiche, la cui dissonanza, credo, si esprima veramente nel personaggio di Rami che accetta una relazione aperta con Anna e il mondo erotico del desiderio.
Giudizio:
+3stelle+Dettagli del libro
- Titolo: Dissonanze Erotiche
- Autore: Luciana Battan
- Editore: Edizioni Anordest
- Data di Pubblicazione:2015
- Collana: Linea controcorrente
- ISBN-13: 978-8898651825
- Pagine: 288
- Formato - Prezzo: Brossura - 12,67 Euro