Recensione
- Jolly Roger Records
- Anno: 2016
Dopo il come back dello scorso anno si torna a parlare degli storici Distruzione, questa volta con la riedizione da parte della nostrana Jolly Roger del primo devastante lavoro sulla lunga distanza, Endogena.
Uscito originariamente nel 1996 e distribuito dalla major Polygram, Endogena fu l’album che trasformò la band in leggenda, conquistando i favori dei fans del metal estremo underground per la proposta feroce, i testi in lingua madre, ed un impatto terremotante.
Gli allora giovani protagonisti di questo olocausto sonoro si fecero notare per la qualità altissima del proprio sound, accompagnata da una tecnica non indifferente, ed un approccio alla materia estrema che, se pescava dalle band cardine del thrash death, non peccava certo in personalità e voglia di colpire pesantemente.
L’inserto sinfonico che funge da intro all’opener Senza Futuro, risulta un conto alla rovescia prima del decollo di questo, fino ad ora, introvabile lavoro, poi uno tsunami di metal estremo, si abbatte sull’ascoltatore, senza soluzione di continuità.
Ritmiche serrate e devastanti, chitarre aggressive, ed un growl animalesco ma perfettamente chiaro nel vomitare testi di morte, oscurità e distruzione, elevano l’album ad una sorta di must per tutti gli amanti del genere.
Siamo nel 1996, i mezzi a disposizione del gruppo non erano certo quelli in possesso alle giovani band di oggi, ma Endogena aveva in sé una carica così forte e devastante, da stare tranquillamente al passo con le releases dei gruppi europei.
Prodotto da Omar Pedrini dei Timoria, Endogena scarica una sequenza di mitragliate thrash violente e senza compromessi, rese ancora più pesanti da un uso parsimonioso ma geniale di sfumature prese dal famigerato death metal statunitense.
Slayer in primis e, poi, tanto thrash metal di matrice europea sono gli ispiratori del sound di questo monumentale lavoro, che ha nella compattezza il suo massimo punto di forza, anche se è indubbio che Delirio Interiore, Ossessioni Funebri e la conclusiva Agonia fungano da traino a tutto l’album.
Nel frattempo, come ben saprete se seguite la scena undergorund e, di fatto, la nostra ‘zine, i Distruzione sono tornati più forti che mai, ma il fascino di questo lavoro, rimane intatto come vent’anni fa, confermando che nel metal, non solo estremo, il passare degli anni conta poco quando ci si trova davanti a lavori come Endogena.
Complimenti alla Jolly Roger per l’iniziativa assolutamente consona all’importanza del gruppo parmense.
TRACKLIST
1. Senza futuro
2. Delirio interiore
3. Ossessioni funebri
4. Divina salvezza
5. Ombre dell’anima
6. Omicidio rituale
7. Diabolus in Musica
8. Agonia
LINE-UP
David Roncai – Vocals
Dimitri Corradini – Bass
Alberto Santini – Guitars
Massimiliano Falleri – Guitars
Ettore Le Moli – Drums