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Disturbi, alimentazione e aumento di peso

Creato il 14 ottobre 2011 da Chiaramarina

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I disturbi dell’alimentazione e l’aumento di peso, sono spesso strettamente correlati fra di loro.
Benché sia ormai noto il ruolo che stati depressivi o ansiosi possano indurre a comportamenti alimentari compensativi e scorretti,(e quindi a disturbi dell’alimentazione) raramente ci si occupa di lavorare su questo fronte in modo costruttivo.
L’errore più comune è quello di dichiarare guerra a dolci e carboidrati affidandosi soltanto alla propria determinazione e al senso di colpa frustrazione, che le abbuffate generano regolarmente a posteriori.
E’ esperienza comune che questo modo di fronteggiare il problema sia di solito fallimentare e motivo di ulteriore malumore.
Molte sono le tecniche e le discipline in grado di migliorare l’umore e quindi sventare l’impulso ad abusare di cibi calmanti o in grado di generare una sensazione di conforto e benessere, per quanto in modo effimero e temporaneo. Tra queste annoveriamo senz’altro la psicoterapia, in grado di lavorare sulle cause profonde del problema, ma anche lo yoga, la meditazione e qualsiasi altro percorso di auto-consapevolezza possono essere molto utili. Tutte queste pratiche però necessitano di costanza e di tempo per cominciare a manifestare la loro efficacia, mentre chi decide di iniziare una dieta necessita spesso di un aiuto immediato.
Fatto stà che i disturbi dell’alimentazione e l’aumento di peso sono strettamente correlati con la nostra psiche.
A questo proposito, un valido supporto si è rivelata una pianta leguminosa di origine africana, la Griffonia simplicifolia, una ricca fonte naturale 5-Hidrossitriptofano (5-HTP). Questo aminoacido è un precursore diretto della serotonina, ossia un fondamentale neurotrasmettitore del sistema nervoso (quindi una di quelle sostanze che consentono il passaggio di informazioni tra le cellule nervose).
Quale sarebbe la sua funzione e utilità? Innanzitutto occorre sapere che la serotonina è coinvolta in alcune funzioni importantissime dell’organismo, quali la regolazione dell’umore, del ciclo sonno-veglia e del senso di sazietà, in particolare quella voglia smodata di zuccheri e carboidrati assai difficile da gestire.
Ecco quindi come l’assunzione di Griffonia può venire in aiuto a quelle persone che usano questa categoria di cibi a scopo compensatorio o per arginare un’ansia di cui, forse, non sono nemmeno troppo consapevoli.
Oggi sappiamo che sia i disturbi dell’umore che quelli dell’alimentazione possono essere causati da una carenza di serotonina prodotta dall’organismo. Quando la fabbricazione di questo neurotrasmettitore è deficitaria, è possibile incrementarla assumendo il principio attivo della pianta di Griffonia, in modo da favorirne la produzione endogena in modo naturale.
L’estratto dei semi di Griffonia è usato con efficacia sia per il miglioramento di stati depressivi e ansiosi (magari in associazione al principio attivo di altre piante dall’azione sedativa, quali Passiflora e Melissa), sia per contrastare la fame compulsiva e nervosa spesso collegata a questi disturbi dell’umore.
Un rimedio valido che ha anche il pregio non irrilevante di non generare assuefazione e dipendenza e di non dare luogo a nessuna controindicazione.
Rimane solo da suggerire che, se supporti naturali di questo tipo sono auspicabili aiuti per aumentare l’efficacia dei propri sforzi nel mantenere un certo regime dietetico, nessuna sostanza al mondo può sostituire un lavoro a lungo raggio di sviluppo e consapevolezza di sé, in modo da poter risolvere alla radice e a tempo indeterminato le cause remore dei nostri problemi di peso.


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