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Disturbi apprendimento ed ambiente sociale

Creato il 13 agosto 2012 da Chiaramarina

Disturbi  apprendimento ed ambiente sociale

disturbi apprendimento. Quanto è importante l’ambiente esterno per far sviluppare adeguatamente l’apprendimento dei bambini

L’ambiente in cui vive il bambino durante i suoi primi anni di vita è fondamentale per un adeguato sviluppo del suo apprendimento.

Quando nasciamo il nostro cervello è come un foglio di carta bianca.

indubbiamente, una parte delle sue capacità sono stabilite dal nostro patrimonio genetico ma gli stimoli che riceviamo dal mondo esterno sono fondamentali.

Secondo Darwin, lepri e conigli cresciuti in una noiosa   gabbia hanno il cervello più piccolo del 15-30 % rispetto a lepri e conigli cresciuti in libertà.

Invece, gli animali cresciuti in libertà o in una gabbia dove ci sono coetanei e dove ci sono molti oggetti sempre  nuovi con cui possono giocare fra di loro, hanno un cervello di dimensioni maggiori ed anche la capacità di connessione fra i neuroni è maggiore.

Tale discorso è valido anche per il cervello dei bambini.

Secondo studi medici americani, i bambini orfani adottati entro i due anni di vita, riescono a raggiungere un quoziente intellettivo normale pari al 100% mentre il quoziente intellettivo dei bambini adottati fra i due ed i sei anni si fermerebbe all’80%.

E’ ovvio che questi sono dati da prendere con le pinze, che vogliono solo dimostrare quanto gli stimoli esterni nei primi anni di vita siano importanti per evitare disturbi di apprendimento.

disturbi di apprendimento infantile e legame con i genitori

Lo psichiatra infantile Bruce Perry racconta di un povero orfanello adottato da un allevatore di cani e cresciuto malissimo.

Veniva normalmente nutrito e lavato, ma non interagiva mai con nessuno.

Una volta finito in ospedale, si comportava in modo aggressivo e la risonanza magnetica rivelò che aveva il cervello molto piccolo.

Cambiata la sua famiglia adottiva ed affidato alle amorevoli cure di due genitori, il suo stato mentale migliorò e ad otto anni riusci a frequentare l’asilo.

E’ ovvio che qui si parla di un caso limite con l’intento di mostrare la relazione che c’è fra gli stimoli esterni e lo sviluppo del cervello di un bambino, con o senza disturbi di apprendimento.


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