Il galletto è in cima sopra l'orologio
Oggi è uno di quei giorni in cui andrei a timbrare in mutande. Alessandria è immersa in uno di quelle mattine grigie e lattiginose che ti penetrano nelle ossa. E' lo spirito della mia città che aleggia nell'aria e scende poi lento nelle teste dei miei concittadini, lamentosi, sarcastici, cattivi con tutti e anche con se stessi. Siamo fatti così, abbiamo una buona parola per tutti insomma. In generale ci crediamo più furbi degli altri, per lo meno di quelli che ci circondano. Così all'assedio di Casale siamo subito corsi per dare una mano al vincitore, avremo violentato un po' di donne e ci siamo portati a casa il bottino di guerra, un gallo di ferro che ancora adesso sta sul tetto del nostro disastrato Comune, assieme a qualche preziosa reliquia, falangi di dita, rotule consunte, qualche tibia rotta di santi medioevali. Roba di valore insomma. Qualche secolo dopo, ci hanno reso la pariglia e i Casalesi hanno mandato un tipo tosto, certo Facino Cane, bel nome per un capitano di ventura, un contractor di quei tempi insomma, che dopo aver spianato la città e violentato le donne, questo era il coté normale di allora, ci ha portato via un prezioso crocefisso che fa ancora bella mostra di sé nella nostra città nemica. Ripicche di astiosi vicini insomma. Comunque oggi è proprio una giornata così. Dal letto immagini la terra umida delle colline basse qui intorno che trasuda quella nebbiolina bassa che sale sugli stocchi secchi di granoturco, nascondendoli un poco alla vista.
Davvero belli. Se li guardi in fotografia mentre bevi un cappuccino bollente coi termosifoni accesi dietro la schiena. Quelle belle visioni da albero degli zoccoli di come si stava bene allora con tutto quel buon cibo naturale di una volta, col vino così acido che lo sputeresti o il pane che ammuffiva dopo un giorno. La carne, diciamo le frattaglie la mangiavi una volta la settimana, in salame solo a Natale, ma almeno non ti veniva il cancro. A ottanta anni come oggi. Morivi invece senza cancro a cinquanta, ma felice, pressione a 200 e schiattavi sotto un albero mentre andavi a mietere sotto il sole, invece di prendere le pillole per l'ipertensione e ingrassare qualche perfida multinazionale che addirittura cerca di farti arrivare ai 90 (così ci guadagna di più, ovviamente). In India sì che stan bene, lì son quasi tutti vegetariani, dove vado io la prossima settimana, nel Gujarat, pure vegani, scherziamo, gente che soprattutto rispetta gli animali, si mettono pure la pezzuola davanti alla bocca per non ingoiare i microbi e spazzano davanti prima di camminare per non pestare le baboie, più bravi di così. Le donne meno, al massimo ne stuprano qualcuna sull'autobus. Mi ricordo che andai in una azienda di tappi vicino a Bombay che aveva problemi di personale. Non trovava più donne per selezionare e inscatolare la produzione perché se tornavano a casa dopo il tramonto se le fottevano tutte per la strada. Altri mondi. Altri mondi, qui preferiamo magari lasciarle morire sulla riva del mare, tanto le han già stuprate prima di partire.
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