Quando si hanno pochi soldi e poche piante, pur di mettere le mani nella terra inevitabilmente si cambierà di posto a quelle già presenti. E’ quello che sto facendo io al momento e che fanno tutti, per esigenze simili o differenti. Non credo che molte piante rimangano a lungo nella loro posizione, le rose soprattutto, data la facilità con cui possono essere trapiantate. Le piante che più spesso rimangono al loro posto sono le perenni a breve vita, come le lavande e le salvie. Se non ti piace dove stanno, o le sradichi o aspetti che muoiano. Se invece ti piace le dovrai ricomprare, ergo, sempre opportuno fare delle talee delle perenni che piacciono e che iniziano a comporre l’ossatura del giardino.
Quando si incomincia a tirar fuori le piante dalla terra si capisce se il lavoro degli anni precedenti è stato buono. Il terriccio sarà “consumato” come un copertone d’auto dopo una gara, ma due palate di letame maturo lo rimettono in piedi. A quel punto io lo chiamo terreno “standard” da giardino, umoso e di buona consistenza. In genere io aggiungo sempre sabbia ultralavata (la prendo in spiaggia) e ghiaietto di consistenza medio-piccola, anche quello lavatissimo. In terra come quella, con un po’ di concime chimico e qualche magia degli scaffali dei brico center, il terreno è pronto praticamente per qualsiasi coltivazione, sia per l’orto che per il giardino.
Stamane ho fatto un lavoretto che rimandavo da…boh, forse da più di un anno, spaventata dal peso del contenitore: un grosso vascone in calcestruzzo pieno fino all’orlo di agavi grigie. M’ha preso il tic, e zac, l’ho coricato su un fianco. Con la mia fida palettina dal manico rosso mangiato dai cani, inizio a scavare, immaginandomi un lavoro da egittologo. La terra invece è venuta via in uno zic, perchè era molto drenata, e le agavi praticamente mi sono saltate in braccio. Ho tolto le radici delle agavi e un gruppetto mezzo strangolato di Tulbaghia e di Babiana, e ho rimesso il vaso in posizione. Ora ci devo pulire un po’ sotto e dare via le agavi. Forse qualcuna piccola la tengo, quelle grigie mi piacciono, mentre quelle variegate no.
Troppo spesso penso che i giardinieri non fanno troppo caso al terriccio che usano. Sbagliare terreno equivale a perdere la pianta. No, davvero, non si fa proprio nessuna attenzione alla composizione del terriccio. Sembra che le piante debbano crescere sane e rigogliose invariabilmente in torba o calce viva.
Ora il terriccio di questo vaso è “scarico”, nel senso che è di buona consistenza ma ha poco humus e pochi minerali. era stato concepito così inizialmente perchè il vascone era stato destinato a garofani e agavi, che poi si sono mangiate tutto e l’hanno riempito fino all’orlo.
Può essere usato ad esempio come base per il terriccio per le talee, che non vogliono terreni grassi e ricchi. O per coprire dei buchi nei vasi, per miscelarlo a terreni più ricchi. Non va bene per le semine perchè c’è poca sabbia.
Se viene mescolato al compost è il caso di aggiungere un altro po’ di ghiaietta medio-piccola, perchè spesso il compost ha un aspetto fantastico da pronto, ma tende ad essere troppo pesante e assorbire troppa acqua.
Io so già che lo userò per un melo nano che la follia mi ha fatto comprare. Per il momento lo lascio così, (in realtà per fare le cose per bene dovrei setacciarlo con un setaccio a maglie grandi, ma vabbè), poi lo tolgo tutto via, coricando il vaso (così ci pulisco di sotto), do una sgrullatina al drenaggio e controllo se ne occorre altro, ci metto del letame super vecchio che mi hanno regalato, un po’ di concime chimico e lo ricopro. Lo lascio così fino a dicembre-gennaio, quando ci metterò l’alberetto (che dovrò s-zollare perchè ha molti polloni, quindi bisogna aspettare il riposo vegetativo).
Poi vorrei piantarci sotto dei fiori piccoli, come camomilla, camomilla dorata, garofanini striscianti, qualche bulbetto in azzurro, muscari o anemoni. Cosette così, semplici, alla buona, casuali. Insomma, quello che mi capita al supermarket o al mercato del giovedì.
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