Che cosa unisce letteratura, cristallografia, architettura e latte? A ben guardare io stessa direi: “niente” Voi, comunque, provate a seguire, se vi riesce, queste mie assurde divagazioni sull’ argilla e forse, dico forse, lo scoprirete.
“Il sesto giorno” è il titolo di un racconto tratto da “ Storie naturali”in cui Primo Levi narra la creazione dell’uomo con quell’ironia, un po’ amara, che caratterizza certi suoi scritti.
In un’ampia stanza, dominata da un orologio lento e rumoroso il cui quadrante porta, invece delle ore, geroglifici, segni algebrici, segni dello zodiaco, 10 esperti discutono di quale aspetto fisico dare all’uomo visto che il Consiglio direttoriale esecutivo ha già tracciato i requisiti di quella che dovrà essere una nuova specie animale :
• Particolare attitudine a creare e utilizzare strumenti
• Capacità di esprimersi articolatamente, ad esempio mediante segni , suoni, o qualsiasi altro mezzo che i singoli signori tecnici riterranno atto allo scopo
• Idoneità alla vita sotto condizioni di servizio estreme
• Un certo grado, da stabilirsi sperimentalmente al suo valore ottimale, di tendenza alla vita associata
La discussione è animatissima: difficile trovare un accordo tra esperti di discipline così diverse!
Consigliere anatomista, Economo, ministro delle acque , consigliere psicologo, consigliere termodinamico,consigliere chimico, consigliere meccanico si confrontano e si scontrano; hanno però quasi raggiunto un accordo, quando un messaggero giunge portando una notizia. Arimane, il presidente della Commissione la legge, tace a lungo poi …
Andiamocene a casa o signori. E’ tutto finito, tutto risolto. A casa, a casa. Cosa stiamo a fare qui?
Non ci hanno aspettati: non avevo ragione di aver fretta? Ancora una volta, hanno voluto farci vedere che noi non siamo necessari, che sanno fare da soli, che non hanno bisogno di anatomisti, né di psicologi,né di economi. Possono ciò che vogliono.
… no signori, non so molti particolari. Non so se si siano consultati con qualcuno, o se abbiano seguito un ragionamento, o un piano lungamente meditato o l’intuizione di un attimo. So che hanno preso sette misure di argilla, e l’hanno impastata con acqua di fiume e di mare; so che hanno modellato il fango nella forma che a loro è parsa migliore. Pare si tratti di una bestia verticale, quasi senza pelo, inerme, che al qui presente messaggero, è sembrata non troppo lontana dalla scimmia e dall’orso: una bestia priva di ali e di penne, e quindi da ritenersi sostanzialmente mammifera. Pare inoltre che la femmina dell’uomo sia stata creata da una costola …( voci, interrogazioni) … da una sua costola, sì, con un procedimento che non mi è chiaro, che non esiterei a definire eterodosso, e che non so se s’intenda conservare nelle generazioni a venire. In questa creatura hanno infuso non so che alito, ed essa si è mossa. Così è nato l’Uomo, o signori, lontano dal nostro consesso: semplice non è vero? Se e quanto esso corrisponda ai requisiti che ci erano stati proposti o se non si tratti invece di un uomo per pura definizione e convenzione , non ho elementi per stabilire.
Altro non ci resta dunque che augurare a questa creatura anomala una lunga e prospera carriera. Il collega segretario vorrà incaricarsi della stesura del messaggio augurale, della scheda di omologazione, dell’iscrizione sui ruolini, del calcolo dei costi eccetera; tutti gli altri sono sciolti da ogni impegno. State di buon animo, signori, la seduta è tolta.
Volevo parlare di ceramica: era inevitabile partire da Adamo ed Eva, i primi pezzi d’argilla lavorata ( anche se la costola … mah!) che, pur senza aver avuto un’adeguata cottura, hanno dato il via a una progenie con quasi tutti i requisiti previsti per la specie.
Dotata di una forte attitudine a creare e utilizzare strumenti, riesce a esprimersi in modi diversi anche se non tutti sensati e stupisce per la sua capacità di vivere in condizioni estreme spesso da lei stessa prodotte. Oddio, sulla tendenza alla vita associata si poteva fare di meglio ma forse la sperimentazione è tuttora in atto.
E forse proprio perché inconsciamente memore di essere il prodotto di improbabili amplessi fra impasti argillosi, la nuova specie animale ha cominciato prestissimo a pastrocchiare con la terra.
La recente scoperta in un sito cinese, di alcuni reperti fittili databili ( datazione al radiocarbonio ) intorno al 20.000 a.C., sposta l’invenzione della ceramica in piena preistoria, ben prima dell’ invenzione dell’agricoltura collocata invece nel neolitico (8000 a.C.). Questo sorprendente ritrovamento, ha naturalmente riacceso il dibattito fra gli archeologi sul rapporto ceramica/agricoltura e sul diverso andamento dello sviluppo socio-economico tra Asia e Vicino Oriente.
In attesa che gli studiosi raggiungano un accordo e qualunque sia la loro conclusione, rimane un fatto: innumerevoli contenitori d’argilla di ogni forma e colori sono arrivati a noi dal passato e, a questi, innumerevoli altri manufatti quali piatti, tazze, vasi, mattoni ,tegole, bagni si sono aggiunti nel lento scorrere del tempo e altri se ne aggiungeranno. Ancor oggi, infatti, abitiamo, cuciniamo mangiamo e … altro utilizzando quell’antica materia prima.
La cosa che più mi affascina delle argille è la loro struttura o meglio quella della loro famiglia . Ehi! Aspettate un attimo prima di oscurarmi per sempre! Non sto per lanciarmi in un’ incomprensibile conversazione su cristalli e cristallografia, voglio solo dirvi che cosa c’è alla base della struttura delle argille. Perché devo proprio dirvelo ? Perché ancora, quando ci penso, provo meraviglia e … nostalgia.
Lo so, è una questione di legami chimici, di minima energia, alla fine direi di … comodità ma se andiamo a indagare i silicati, ovvero il quasi 90% dei minerali terrestri, con gli occhiali ai raggi X ( o meglio con un diffrattometro a raggi X), ci accorgiamo che alla base della loro struttura c’è un modulo comune a tutti, uno dei 5 solidi platonici ossia un tetraedro
struttura dei silicati
struttura-silicati
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(dite quel che vi pare ma questo suscita in me stupore e meraviglia).
Questa scoperta che risale agli anni 30 ( Machtschki 1928; Bragg,1930) ha permesso di abbandonare le classificazioni precedenti basate su proprietà fisiche ( sfaldatura, forma etc), prima e su proprietà chimiche ( sali di una serie di acidi silicici ) poi, per passare a una classificazione di tipo strutturale basata su queste tre regole:
• i silicati sono costituiti da unità base [SiO4]-4;
• i tetraedri [SiO4]-4 possono presentarsi isolati o riuniti in gruppi: l’unione avviene tramite i vertici;
• ogni atomo di ossigeno non può coordinare più di due vertici tetraedrici (regola di Pauling).
Negli anni poi la teoria è stata ampliata e si sono aggiunte altre regole che permettono di clasificare anche silicati molto complessi.
Argille, fillosilicati … No, non ve ne parlerò e alla fine del post ne scoprirete la ragione. Lascio invece che la struttura “modulare dei silicati”, con le sue regole, faccia riaffiorare in me il concetto di modulo usato in architettura e, in particolare, il modulor di Le Corbusier.
modulor
“Il termine Modulor deriva dalle parole francesi module (modulo) e or (section d’or). Si tratta di una “griglia proporzionale” basata su due scelte fondamentali, una di tipo matematico, una di tipo antropomorfo. Quest’ultima porta Le Corbusier ad associare alcune delle misure della griglia a misure del corpo umano, e ad assumere come valore di riferimento 1.83 m., altezza di un uomo ideale.
La scelta di tipo matematico consiste nel considerare lunghezze tali che il rapporto tra due consecutive sia il numero d’oro: indicando con a, b, c, d,……. grandezze successive si ha: a/b=b/c=c/d=…..= t, e anche c=a+b, d=b+c,…….. . Sappiamo che queste seconde uguaglianze non sono esatte, ma operativamente, nella pratica della costruzione architettonica, possono essere accettate come vere. La successione dei numeri è quindi considerata da Le Corbusier anche una successione che segue la legge dei numeri di Fibonacci.” Qui potrete approfondire.
Eccovi alcuni filmati sull’argomento. Guardateli se volete, come me, divagare saltando di palo in frasca!
La matematica
A misura di un uomo
E gli altri?
Tornando al tetraedro, forse un po’ si capisce la meraviglia, ma cosa c’entra alla nostalgia?
Ho fatto un giro per supermercati alla ricerca di “quel contenitore” che mi avrebbe permesso di mostrare le strutture dei silicati senza troppa fatica e ho scoperto che sono ancora più vecchia di quel che mi sento. Non ci sono più!!! Non c’è più ombra di un tetrapak originale, quello a forma di tetraedro.
Eppure ricordo come fosse ieri ( non era ieri!!!) quando il latte passò dalla bottiglie in vetro al tetrapak. Ricordo proprio tutto di quel contenitore che mi rese così famigliare una forma geometrica, così frequente quando si indagano i segreti di cristalli e molecole, ma così difficile da ritrovare nel quotidiano.
A scuola mi fecero vedere un filmato che tesseva le lodi del tetraedro (e della Tetra PaK). Allora abitavo a Cremona e la centrale di quella città produceva un latte fantastico ( scomparso assieme ai tetraedri); il latte era una risorsa importante per Cremona e forse proprio per questo vidi a 10 anni, in quinta elementare, un film che sarebbe oggi improponibile ai minori di 37. Non era certo un capolavoro della Disney, eppure io non l’ho mai dimenticato e tetraedro/ latte è d’allora diventato per me un binomio inscindibile e di conseguenza anche silicati/latte, ibridazione carbonio/latte, metano/ latte …
Ho ritrovato su YouTube quel video, con sottotitoli in inglese, e così ve lo propongo, anzi ve ne propongo due . Guardate l’inizio del primo, chiarisce bene il legame con i silicati. E guardate il secondo, anche se avete meno di 37 anni!
Ah! Quasi dimenticavo: questa è solo un’introduzione o meglio una divagazione sulle argille. Se volete sapere tutto, proprio tutto sull’argomento, in marzo uscirà il lavoro della classe 2I AFM “Dall’argilla alla ceramica” (titolo non ufficiale), che presenteremo alla mostra “ Cristalli ai raggi X” in preparazione a Modena. In attesa del film … scusate, dell’ evento ( DA NON PERDERE) eccovi il trailer.