Mi è capitata tra le mani una vecchia foto. Vecchia vecchia, di quella vita là, quella del prima. Prima dei figli, prima del lavoro, prima, semplicemente.
Tutti al parco, al sole, probabilmente saranno state le tre del pomeriggio e noi si stava lì, ore. A parlare. A dire cazzate. A ridere. A baciarci. Andare a fare l'università fuori casa è una figata. Non ci sono altri termini che rendono l'idea, sorry.
Gli anni dell'università fuori casa sono fatti di spesa da soli, di libertà, di musica, di improvvisazione, di cambiamenti repentini, di farfalle nello stomaco prima di un bacio nuovo o prima di un esame, di libri, ore e ore a studiare tanto, di notti brevi per ripassare, di birra, di sigarette, di piatti di carta, di lavatrici sbagliate, di patatine a letto, di giorni interi a letto, di giorni interi senza toccare un letto, di amici, di pratoni, di gelati, di caffè al sole, di spritz, di sonni profondi, di ok!, di tanto cinema, di case sgangherate, di letti cigolanti, di docce minuscole, di docce lunghissime, di gioventù.
Ecco credo di essermi sentita davvero ma davvero giovane proprio negli anni dell'università.
E sono diventata vecchia diventando genitore. Invecchiano i pensieri che cambiano, invecchia l'amore per te stesso che arriva spesso e volentieri dopo quello per altri, invecchia la tua faccia, nonostante le notti in bianco le facessi anche all'università, invecchia il tuo modo di arredare la casa, invecchia il tuo modo di vestirti, hai più soldi e meno mode, l'alcool non lo reggi più come prima, invecchia l'orario delle tue cene, che arriva sempre prima, invecchia il tempo più velocemente perchè i figli crescono troppo in fretta, invecchia il tuo modo di pensare alle cose che si potrebbero fare, invecchia il tuo modo di fare la lista della spesa, perlomeno la fai, invecchia un pò anche la tua andatura nonostante diventando genitori si affini la tecnica dello scatto.
Badate bene, non è una cosa brutta invecchiare, è semplicemente un dato di fatto.