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Diversi cerchi, Kandinskij
? È così che inizia questo pensiero. Inizia o è sempre stato (...) Non lo so. C’è una curva che tiene al sicuro qualcosa, l’avvolge con un solo braccio, ché gli manca l’altro, ma fa finta di no, mentre nasconde un segreto in un punto. Cosa c’è? Non lo so. Non – lo- so, appunto. E mentre i puntini sospensivi smettono di chiacchierare, rubano l’uncino alle domande sospese e lo legano a una stanghetta. Solo per non lasciarle andar via, solo perché per fare l’uno servono una curva e una stanghetta. Il sei sa che è il suo momento, si arrotola e trattiene una linguaccia, deve: lui è un numero serio! Il due non c’è o ce n’è troppo. E ci sono io, un tre che non ci sta a chiudere i cerchi. Ché a me i cerchi fanno girare la testa. Tutti. Non proprio tutti. Tutti meno quelli di Kandiskij che mi ricordo che sanno di fragola ogni volta che inciampo in un semino.
Ah, poi c'è anche questa canzone. Da dove salta fuori? Non lo so. Io non so mai niente.