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Diversità? Madeline Stuart, modella con sindrome di Down

Creato il 10 settembre 2015 da Harimag

Madeline Stuart, una ragazza di 18 anni affetta da Sindrome di Down.

Diversità? Madeline Stuart, modella con sindrome di Down

Dopo aver partecipato ad una serie di campagne pubblicitarie, la vedremo sfilare sulle passerelle della New York Fashion week in calendario dal 10 al 17 settembre, con l’obbiettivo di diventare la prossima stella delle passerelle e dimostrare che la bellezza è un concetto che sente la necessità di essere ampliato. La notizia è stata riportata dal sito di Cosmpolitan.com .

La giovane Stuart segue le orme di Jamie Brewer, che lo scorso anno l’abbiamo vista calcare le passerelle della Grande Mela, diventando la prima modella con sindrome di down. Un'apertura rara nell'industria della moda, che dopo aver lanciato nella fashion industry Winnie Harlow, prima modella con la vitiligine, testimonial di Desigual e Diesel, ma anche modelli che hanno sfilato con l’ausilio di protesi, su una sedia a rotelle o aventi malformazioni corporee in occasione della Mercedes Benz Fashion Week A/W 2015, sembra continuare ad abbracciare le diversità.

Ricordiamoci anche della piccola Cora, una bambina di 4 anni con la sindrome di down che sta diventando oramai la nuova star della rete. Assoldata dal brand americano Livie&Luca; per la nuova campagna 'back to school', la baby modella è stata immortalata per promuovere #ImGoingBackToSchoolToo, la campagna che collabora con Changing The Face of Beauty, un'organizzazione no profit che chiede l'inclusione delle persone disabili nelle campagna pubblicitarie e nei media.

Diversità? Madeline Stuart, modella con sindrome di Down

Madeline Stuart, una ragazza come tante altre ma con la “diversità” di iniziare a muovere i primi passi nel campo della moda. Una diversità che vuole essere superata e ampliata, sostenitrice di un concetto nel quale la bellezza non è solo sinonimo di perfezione. La bellezza ci identifica, ci caratterizza, su ognuno di noi esprime un insieme di qualità e di difetti, sulla quale ci permettono di dire che il canone impostato sul “bello oggettivo” è ormai superato.

La modella ha avuto il coraggio di esprimere la sua diversità per farci capire che bisogna amare le proprie imperfezioni, i propri difetti poiché se non costituisce un problema per noi stessi, non debba assolutamente comportare un problema per gli altri.

“L’importante è piacersi”

Dunque, in un certo senso è anche una campagna di sensibilizzazione per tutte quelle ragazze che sognano di fare le modelle ma, in quanto “imperfette”, decidono di non provarci nemmeno. Inoltre, ha lo scopo di ribaltare gli schemi convenzionali di una realtà fondata ormai su fenomeni quali consumismo e mass media.

Quindi che dire… brava Madeline! In conclusione, mi pongo una domanda sulla quale mi piacerebbe che anche voi riflettiate: “E’ giusto parlare ancora di diversità?”


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