Non sono più l’amor che temevi
L’impazienza degli abbracci
Dati per non cader dentro se stessi
Solitari commissari di bellezza
Per interrogar la pace violata
Di quanti in fila colpiscono vento con foglie di carta
No mio stupido amore
D’ora in poi sono l’amor di vivere
Impassibile alle altrui lusinghe
Come un delitto di cristallo
In mostra
Nel museo del come eravamo
Per vietare al cielo
Di rifletterci
In un lago a pozzanghera
Dove affoga ogni viso che passa