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Divorziati, la Chiesa discute sull’apertura alla comunione

Creato il 15 marzo 2014 da Stivalepensante @StivalePensante

Il grande problema che sta dibattendo la Chiesa Cattolica è come ammettere alla comunione i divorziati risposati che seriamente lo chiedono “senza venir meno alla dottrina”.

(odiami.pianetadonna.it)

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Lo afferma il cardinale Walter Kasper, scelto da Papa Francesco quale unico relatore al Concistoro straordinario sulla famiglia. “Perché – precisa in un’intervista a Famiglia Cristiana – dobbiamo essere chiari: la dottrina non si può togliere e non si può cambiare la parola di Gesù che è vincolante. Quello che si può fare è riflettere sulla differenza tra dottrina e disciplina e dunque capire, come è antica tradizione della Chiesa, su come agire con i divorziati risposati”.

Il porporato aggiunge nell’intervista che non esistono “i” divorziati risposati e dunque “non é possibile una soluzione unica perché le situazioni sono molto, molto diverse”. “Mi chiedo – esemplifica – cosa fare con una donna abbandonata dal marito con dei bambini che ha una nuova situazione, magari con altri figli. Ha fallito il primo matrimonio, ma adesso non può ritornare nella prima situazione e anche abbandonare la seconda sarebbe una nuova colpa”.

“Eppure – confida Kasper – mi chiedo, se fa ciò che può fare, se vive una buona vita cristiana, se educa i suoi figli nella fede, le si può negare l’assoluzione del peccato? Ogni peccato può essere perdonato se il peccatore lo chiede”. “Secondo me – ripete – davanti Dio, non è possibile che esista una situazione in cui uno si trovi immerso in una buca senza via d’uscita. Questo è contro la misericordia di Dio. Non ci sono peccati che non possono essere perdonati”. Su Famiglia Cristiana in edicola da giovedì, il cardinale Kasper sottolinea che “La maggioranza della gente cerca in una famiglia stabile, con dei figli”. E osserva che “la Chiesa deve fare tutto il possibile, ha il compito, la missione di aiutare la gente a trovare questa felicità, che non è un semplice sentimento”. “La dottrina – ricorda – non vuol essere un giogo, un peso, ma un invito e anche un aiuto a trovare la felicità”.

Tanti matrimoni falliscono ma, continua il cardinale tedesco, “anche in queste situazioni la Chiesa deve essere vicina, aiutare, consigliare, incoraggiare. “Io non posso dare una risposta, non posso decidere io”, ammette il porporato teologo, per il quale “deve decidere la Chiesa. Ci sarà un Sinodo straordinario e poi uno ordinario sulla famiglia e il Sinodo, con il Papa deciderà su questo punto”. E se “la risposta non può essere generale perché le situazioni sono troppo diverse”, né può concretizzarsi in una soluzione “facile per chi vive queste cose in modo molto superficiale, molto lontano dalla Chiesa”, una soluzione é certo necessaria “per la gente che vive nelle nostre parrocchie, che si impegna, che ha desiderio serio di ricevere il sacramento dell’Eucaristia”. “Su questo – conclude Kasper – abbiamo aperto un dibattito libero, aperto, anche pubblico, come vuole il Papa. Qualcuno ha cercato di bloccarlo, ma non è possibile. E’ una questione che tocca troppa gente”.

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