Ne “Il condominio”, bellissimo libro scritto da James G. Ballard ed edito da Felitrinelli, viene raccontata, in una dimensione totalmente fantascientifica, la degenerante regressione a stadio di uomini primitivi di un gruppo di condomini che impazziscono a causa di una serie di black out. Tutto è ambientato all’interno di un grattacielo extra lusso londinese dotato di tutti i comfort possibili e immaginabili; le prime crisi sono semplici dissidi tra vicini, che però poi si amplificano, amplificano fino a diventare proprio un vero scenario da Pianeta delle scimmie. L’intento di Ballard era, ovviamente, quello di sottolineare come l’uomo stia lentamente regredendo; del resto ne è testimone la cronaca odierna: solo brutali omicidi di uomini gelosi che uccidono il compagno dell’ex moglie, genitori fatti a pezzi dai figli, vicini di casa sterminati in massa, cane compreso, genocidi compiuti con una frequenza a dir poco allarmante. Ma cosa sta succedendo? Le pretese geografiche delle nostre città che chiedono di cambiare territorialità sono niente a confronto, ma sono comunque avvetimento di qualcosa che dovrebbe davvero farci riflettere. L’Italia è un Paese di paradossi, quindi per essere sempre coerente con sè stesso decide di festeggiare in pompa magna il Risorgimento: 150 di storia unita, sono tre volte la durata massima di un matrimonio, ecco perchè quindi stiamo cominciando a dare segni di cedimento. Come possiamo pretendere che un Paese rimanga unito dopo 150 quando le coppie non sono capaci di mantenere integro un matrimonio per più di tre anni?
Io non la capisco questa ondata indipendentista. Posso capire i Paesi baschi ma non capisco l’ETA, posso capire l’Irlanda, che ha serie motivazioni religiose. Ma in un Paese dove mediamente i figli ultratrentenni continuano a vivere a casa con i genitori in quanto “assolutamente incapaci di potersi mantenere da soli”, tutto questo bisogno di indipendenza non è un po’ ridicolo?