"divulgare il mondo": come perfezionare un'arte impossibile

Creato il 28 ottobre 2011 da Alessandro @AleTrasforini

La comunicazione è diventata, per la storia umana, una parola capace di rievocare altrettanti infiniti concetti: convenzione, comprensibilità, pragmaticità e chiarezza sono solo alcune delle parole a cui afferisce il campo semantico del saper fare capire. Qualche riga introduttiva del libro in oggetto conferma, a pieni caratteri, l'importanza radicata che coincide oggi nel possedere quella che può essere definita un'arte:  "[...]Questo volume nasce dalla convinzione che capire cosa sia un comunicatore equivalga a capire gran parte della società dei nostri tempi. La comunicazione ha tessuto, infatti, una tale indissolubile alleanza con la realtà [...] che di tale confusione questa figura finisce probabilmente per diventare la prima entità da indagare.[...]" Un'analisi dei tempi svolta in maniera corretta non può in alcun modo prescindere da una dettagliata definizione del grado di evoluzione comunicativa raggiunto da una società. Importantissima è, di pari passo, la differenza tra comunicare e saper divulgare. La divulgazione è un processo infinitamente più complicato, capace di essere realizzato consapevolmente da pochissimi. Divulgare significa, in parole povere, rispondere consapevolmente ad un'affermazione banale ma correttissima attribuita al grande Albert Einstein: "Non hai veramente capito qualcosa finchè non sei in grado di spiegarlo a tua nonna." Il passo complicatissimo per divulgare qualcosa è, in prima e fondamentale istanza, capirlo così tanto da poterlo semplificare notevolmente. Divulgare è rendere un qualcosa accessibile a tutti, permettendo anche alla persona meno colta di tutte di poter capire qualche segreto del sapere. Trattando questo e moltissimi altri temi, nel libro "Divulgare il mondo" Corrado Augias e Marco Alloni dialogano sul ruolo, essenziale, che un comunicatore ed il saper comunicare rivestono sul mondo contemporaneo.  Partendo dal ruolo e dalla visione del mondo che il popolare conduttore ha da sempre messo concretamente in opera, si definiscono riflessioni importanti. Tutto ciò, ovviamente, partendo dai mezzi a disposizione con cui strutturare una comunicazione collettiva: primi tra tutti, ovviamente, i mass-media ed i ruoli da loro rivestiti.  Da questo punto, crescono con concretezza nuclei di grande prepotenza:
  • Regole e limiti della comunicazione televisiva;
  • Filosofia, storia, letteratura in televisione;
  • Degrado della televisione e buona comunicazione;
  • Lettura professionale come lettura del cuore;
  • Caso Englaro, disinformazione e Chiesa di parte;
  • Cattolici illuminati e differenze tra ateo, agnostico e laico;
  • Morale come imperativo categorico;
  • Sguardo verso i misteri delle città e del futuro.
In poco più di 100 pagine è racchiuso, nei fatti, un mondo intero.  Si tratta di un universo che, come da conferma e desiderio collettivo, ha il dovere di essere compreso a fondo.  Spiegare consapevolmente qualcosa di molto complesso è una missione, nei fatti, per moltissimi impossibile da realizzare.  La storia di Corrado Augias sembra confermare, a pieno diritto, che esiste un'eccezione ad una regola pur(e)troppo vera. Cercando di capire questa assurda contemporaneità, pertanto, è opportuno provare a comprendere anche l'evoluzione ed il ruolo importantissimo rivestito da comunicatori e divulgatori.  La ricetta per avvicinarsi a questo ruolo prepotentemente importante è, nei fatti, una sola:  "I veri maestri comunicano sempre valori preziosi: in questo senso sono sempre più dei divulgatori. Quando dico divulgatori, però, intendo soprattutto una cosa: persone capace di adeguarsi al livello del proprio uditorio; qualità che presso i comunicatori italiani, purtroppo, è invece spesso carente." Un libro può racchiudere dentro un universo pressochè sterminato? Se ben condensato e riassunto, questo è un miracolo ancora possibile. 

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