Prefazione: Videogioco e Arte
Lo è? Non lo è? Lo diventerà? Noi di Voyager crediamo di Boh!
ATTENZIONE: LE PIPPEMENTALI DI QUESTA PREFAZIONE POSSONO NUOCERE GRAVEMENTE ALLA SALUTEChe il Videogioco sia ascrivibile o meno allo stato di Arte è sempre stato un dibattito in cui non me la sono mai sentita di prendere una posizione netta, forse anche per il concetto abbastanza vago che si ha di Arte e Artista
Intendiamoci, so benissimo che molti videogiochi sono dei veri e propri "contenitori" di eccellenze nella narrativa, nella musica e nelle arti visuali....il punto è che ciò che definisce il gioco, nella sua interezza (da Pro Evolution Soccer a Final Fantasy, passando per Super Mario ) è l'elemento ludico, vale a dire l'atto di giocare di per se
Itsa me, Marihol !
Ecco, partiamo da qui: giocare è un'arte ? Mi viene subito in mente un parallelo: in diverse lingue (tra cui l'inglese) giocare e suonare vengono identificati con lo stesso termine
La Musica è senza dubbio Arte, non si discute: ma l'atto di suonare, di produrla, lo è ?
Suonare e ascoltare sono due cose meravigliose ma estremamente diverse tra loro, con livelli di concentrazione, impegno e coinvolgimento richiesti in modo e quantità molto diversi.... giocando noi non stiamo all'effettivo producendo un videogame, certo, ma ci ritroviamo comunque ad interagire con lui in modo attivo e non passivo come accadrebbe ad esempio guardando un film o ascoltando una canzone
Si ok, mi fermo che sto divagando: state calmi, non lanciatemi quelle pietre !
Cultura, Industria, Infanzia
Oh ragassi, sembra quasi il titolo di un comizio del PD!
Poi ecco, magari la Muraglia Cinese a Salerno e il Colosso di Rodi
a Gallarate si potrebbero evitare
Per farla breve i Videogiochi danno da mangiare (e pure tanto visto che si parla di un'industria estremamente attiva nonostante pirateria, esclusive da console e prezzi mafiosi)
Ciò che probabilmente ha minore enfatizzazione, anche nei paesi capitalisti dove la maggior parte dei videogiochi viene prodotta (Stati Uniti e Giappone) è la possibilità del videogioco di farsi valere anche in ambito accademico
aò, er debello nun è che
se lo semo fatti in
cattedra
la celeberrima serie di Sid Meier ha infatti offerto negli anni un videogioco strategicamente divertente tanto quanto congenitamente colto: la Civilopedia, oltre a dare fondamentali nozioni strettamente giocose, di fatto è anche un un piccolo libro di storia
Ovviamente non dico che Civilization, piuttosto che Age of Empire o i Total War di turno sostituiscano delle vere e proprie lezioni, anche perché non sono certamente nati con questo scopo in mente
Ma il punto è: se così fosse stato ?
Se la divulgazione, come l'avrebbe intesa un Asimov (a proposito, leggetevi Il vagabondo delle scienze se ne avete occasione) fosse assemblata ad una struttura pensata ANCHE per divertire ?
Ok alunni, dite buon giorno al Professor Drake, che oggi ci parlerà di Shambala
Ricordiamoci che i videogiochi nascono, fondamentalmente, come prodotti dedicati all'infanzia (e spesso vengono ancora relegati solo a questo, ma per pura disinformazione) e che quindi hanno parte integrante in quella che è l'età dell'apprendimentoImpararsi la Seconda Guerra Mondiale con i primi due Call Of Duty? Improbabile, ma divertente da immaginare ! (invece dei CoD moderni dovrebbero fare un bel falò per quel che mi riguarda)
" DRAKE ?! INSEGNARE ?!? NON SE QUALCOSA IN PROPOSITO DA DIRE IO HO ! [cit]"
*BANG! BANG! BANG!*
Spesso anche i libri non risultano affatto storicamente accurati, e le pagine restano sempre quelle fintanto che qualcuno non si prende la briga di stamparne una nuova edizione.
Se invece questo ipotetico videogioco avesse un approccio wikipediano, per dirne una (e prima o poi di wikipedia parlerò per bene in un post dedicato) potrebbe vantare correzioni dinamiche, esattamente come già accade per i bug squisitamente ludici corretti dalle varie patch di turno
Conclusioni
Insomma, il Cinema un suo (piccolo, direi troppo) spazio a scuola lo ha trovato, quindi non vedo perché non dovrebbe trovarselo anche il videogioco, che potenzialmente come detto offre molto di più e potrebbe anche integrarsi al meglio con il concetto di studio protratto nel tempoMagari un giorno ci ritroveremmo con dei ragazzi più acculturati, meno annoiati e più partecipi, chi lo sa