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Dizionario comparativo latino – etrusco di massimo pittau

Creato il 05 dicembre 2015 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali

DICLEPremessa

Sono dell’avviso che il titolo della presente opera Dizionario Comparativo Latino-Etrusco sia già per se stesso del tutto chiaro e significativo circa il problema che esso tratta: esso contiene un elenco di circa 2.350 vocaboli latini (antroponimi, toponimi ed appellativi) i quali corrispondono ad altrettanti vocaboli etruschi.

In effetti il verbo da me adoperato corrispondere fa preciso riferimento a quell’operazione che noi linguisti chiamiamo «comparazione»; e in realtà questo mio Dizionario procede a comparare fra loro 2.350 vocaboli latini ed etruschi.

In glottologia o linguistica storica la «comparazione» non è la stessa cosa della «derivazione» dei vocaboli, ossia della loro “origine” od “etimologia”. Questo Dizionario pertanto persegue ed indica la «comparazione» di vocaboli latini con altrettanti etruschi e viceversa, mentre lascia da parte il problema della loro “derivazione” od “etimologia”. Quest’ultimo problema invece è lasciato e demandato ad altri eventuali studi di altri eventuali linguisti.

Su questo differente problema della “derivazione” o della “etimologia” dei vocaboli latini ed etruschi studiati, io qui mi limito a fare questa sola considerazione: la “derivazione” può avere una direzione orizzontale ed inversa, cioè procedere dal latino all’etrusco ovvero dall’etrusco al latino; oppure può avere un direzione verticale, dall’alto verso il basso, cioè procedere da una eventuale comune lingua-madre originaria (non sono pochi i linguisti che sostengono che anche l’etrusco è una lingua indoeuropea) oppure dal basso verso l’alto (dal greco al latino e all’etrusco, oppure dal cosiddetto “sostrato mediterraneo” al latino e all’etrusco).

Di questo problema specifico della “derivazione” o della “etimologia” io nel presente Dizionario parlo molto poco e se non in rare e fortunate occasioni, motivando questa mia rinunzia col fatto che l’opera di “comparazione” che ho effettuato fra il latino e l’etrusco è stata già un lavoro molto lungo, faticoso e impegnativo. Adesso si facciano avanti altri linguisti a continuare la ricerca e a tentare dunque anche il problema della “derivazione” o della “etimologia” dei vocaboli latini e di quelli etruschi trattati.

Materiale lessicale

abacus «àbaco, scacchiera, tavoletta, tavolino, mensola», che deriva dalla lettura vocalizzata delle prime tre lettere dell’alfabeto latino ABC (LTL, s. v.), proprio come è avvenuto per il lat. abecedarium, l’ital. abbiccì, il franc. abécé, ecc. (l’àbaco infatti era una tavoletta su cui si facevano i conti coi numeri, i quali – come è noto – erano indicati con le lettera dell’alfabeto. Respingo l’etimologia vulgata della derivazione del vocabolo latino da quello greco ábax, anche perché questo è praticamente privo di etimologia; GEW, Nachträge, DELG). Il vocabolo lat. è entrato nell’etrusco dando luogo al corrispondente apcar «abbachista», cioè “contabile” (propriamente < *abacarius), che compare inciso in una gemma accanto alla figura di un giovane che fa i conti su una tavoletta (ThLE 62, LELN 33, DETR 51).

abena, habena «correggia, stringa, striscia di cuoio, briglia, frusta, fionda» (di origine ignota, in quanto la sua derivazione vulgata dal verbo lat. habere ci sembra da respingersi) (alternanza ǿ-/h– e suff. –en-), da confrontare col celtico irland. abann «frusta» (indeur.) e con gli antrp. etr. Apena, Hapena (LELN 162; DETR 51, 189). Vedi Abenna, Apen(n)inus mons.

Abenna, Aben(n)ius antroponimi (RNG) da confrontare con quelli etr. Apena, Hapena [alternanza ǿ-/h– e suff. –en(n)-]. Vedi Apen(n)inus mons, (h)abena.

Abortennius, Aburtennius, antroponimi (RNG) da confrontare con quelli etr. Aprthna, Aprtn(-al) (ThLE 64, II Suppl. 22; LEN 109, DETR 53).

abpatruus «fratello del trisavolo», adpatruus «zio di quarto grado», probabilmente da confrontare con l’antrp. etr. Apatru (TETC 136, DETR 51). Vedi Aptronius.

Aburtennius vedi Abortennius.

Ac(c)heruns,-ntis «Acheronte» (= Plutone, dio dei morti e mondo dei morti) derivato dal greco Achérhōn,-ntos, ma attraverso l’etr. Aχrum (Pasquali, SE I 291-301; DELL; TETC 334, DETR 74). Invece la variante lat. Acheron,-ntis deriva direttam. dal greco.

Acca Larentia nutrice di Romolo e Remo e divinità (già prospettato come di origine etrusca; DELL) da confrontare con l’etr. Acale probabilmente «Giugno» e con la glossa latino-etrusca Aclus «Giugno», forse = «mese consacrato ad Acca Larentia» (DETR 27). Vedi Accalia, Larentia.

Accalia (o Larentalia) «feste in onore di Acca Larentia», da confrontare con l’etr. acalia (TLE 876, DETR 27) e probabilmente con acala (nuova lettura del Liber linteus, VI 17, XI 1) «giugno» (= “mese consacrato ad Acca Larentia“?). Vedi Acca.

Accius antroponimo (RNG) probabilmente = «consacrato ad Acca Larentia», da confrontare con quello etr. Aciie (DETR 28).

acer, acris, acre «acre, acuto, pungente, penetrante», acrimonia «acutezza, asprezza, acidità» (di probabile origine etrusca; Ernout 43) (suff. –on), da confrontare con gli antrp. etr. Acri(e), Acriina (DETR 39). Vedi acerra, Acrius, Agrin(i)us, Agrius.

acerra «incensiere, turibolo, altarino bruciaprofumi funerario» (già prospettato come di origine etrusca; DELL, DEI) (suff. –rr-) da confrontare con l’antrp. etr. Aχrar(-al) (ThLE 72) e con le tre città di Acerra (una in Campania, l’altra in Umbria e la terza nella Galla transpadana, di cui almeno la prima è riconosciuta come etrusca; Pallottino, Etr. 138, 203) (LELN 34); probabilmente da riportare ad acer «acre, penetrante» (vedi). Vedi pure Acerratius; cfr. Acerronius (suff. –on-).

Acerratius antroponimo (RNG) da confrontare con quello etr. Acrate, Aχrati (cognomen = «nativo od originario di Acerra»; Pfiffig 190; Rix 232) (suff. etnico –as, atis). Vedi acerra.

Acerretinus antroponimo (RNG) = «nativo od originario di Acerra» da confrontare con quello etr. Aχratina(-lisa) (LELN 34, DETR 74).

acervus «acervo, mucchio», finora di origine ignota (DELL, AEI, DELI), ma già prospettato come di origine etrusca (DEI) (uscita in –l/rvu– come calvus, curvus, fulvus, milvus, servus, torvus, ecc. Cfr. malva.

Acesonius antroponimo (RNG) da confrontare con quello etr. Aczun, Aχsun (DETR 28, 74). Vedi Agaso,-onis.

Acestius antroponimo (RNG) da confrontare con quello etr. Acestie (DETR 28).

Acheruns,-ntis vedi Ac(c)heruns,-ntis.

Achonius antroponimo (RNG) da confrontare con quello etr. Aχuni (DETR 74). Vedi Aconius, Agonius.

Acilius antroponimo (RNG) da confrontare con quelli etr. Acila, Akiliu (DETR 28, 37).

Acinius antroponimo (RNG) da confrontare con quello etr. Aχni (DETR 74). Vedi acinum.

acinum/us «àcino», cioè “chicco d’uva”, acina, achina collettivo, (“mediterraneo” per i DELL, DEI, AEI, DELI) (c/ch, suff. –in-) (LELN 35). Vedi Acinius.

Aclenius antroponimo (RNG) da confrontare con quello etr. Aclini (suff. –en-/-in-) (DETR 29).

Aclius antroponimo (RNG) da confrontare con quello etr. Acle (DETR 29).

aclys,-ydis «piccolo giavellotto», derivato dal greco agkylís,-ídos «giavellotto», ma attraverso l’etrusco (DELL).

acnua, agn(u)a «misura di 120 piedi quadrati» (di origine ignota per i ThLL, DELL) ma quasi certam. di origine etrusca sia per fatti fonetici (alternanza c/g; uscita -ua) sia per ragioni storico-culturali (Thulin, PW, Etrusca Disciplina; Mazzarino, «Historia», VI, 1957, 103; Pfiffig, DES 149).

Aco,-onis antroponimo (RNG) da confrontare con quello etr. Aχu (DETR 74). Vedi acus.

Aconius antroponimo (RNG) da confrontare con quello etr. Aχuni (DETR 74) (corrispondenza c/χ; suff. –on-/-un-). Vedi Achonius, Agonius.

acrimonia vedi acer.

Acrius antroponimo (RNG) da confrontare con quello etr. Acri (DETR 30). Vedi Agrius, acer.

acus «ago» probabilmente da confrontare con l’antrp. etr. Aχu (DETR 74). Vedi Aco,-onis.

adpatruus vedi abpatruus.

Adria vedi Atria, atrium, Hadria.

adrium vedi atrium.

Aedinius antroponimo (RNG) da confrontare con quelli etr. Aithna, Eitna (DETR 36, 133). Vedi Haedinius, però anche Aetna.

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DIZIONARIO COMPARATIVO LATINO – ETRUSCO by MASSIMO PITTAU

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Massimo Pittau (Nuoro, 6 febbraio 1921) è un linguista e glottologo italiano, studioso della lingua etrusca, della lingua sarda e protosarda. Ha pubblicato numerosi studi sulla civiltà nuragica e sulla Sardegna storica. Le sue posizioni riguardo al dialetto nuorese (massima conservatività nell’ambito romanzo) sono vicine a quelle del linguista Max Leopold Wagner con cui è stato in rapporto epistolare. Nel 1971 è entrato a far parte della Società Italiana di Glottologia e circa 10 anni dopo nel Sodalizio Glottologico Milanese. Per le sue opere ha ottenuto numerosi premi.

Source www.ipaziabooks.com


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