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Dizionario dell'amore...da consultare con un pò di ironia .

Da Colorefiore @AmoreeDintorni
Dizionario dell'amore...da consultare con un pò di ironia .
Eros è felicità e infelicità, paradiso e abisso, pienezza e sconforto, estasi e disperazione, attrazione e repulsione, unione e solitudine, confronto e trasformazione, rapimento e iniziazione, bisogno e dipendenza, vulnerabilità e perdita delle proprie certezze… ovvero paura.
L’eros disorienta, svia, conduce in un altrove imprevedibile, crea movimento psichico, stabilisce nuove connessioni, ingenera l’anima, agita acque stagnanti, rimuove i blocchi con i quali ci impediamo di vivere, ci strappa via l’identità e infine, dopo essere apparso, scompare.
L’amore è una tempesta emotiva che travolge l’Io, lo obnubila, ne dissolve i confini, e in quell’istante può rivelare l’uomo a se stesso, lacera l’individuo e lo ricompone attraverso il dinamismo segreto degli opposti, spalancando così gli occhi e rendendo chiaroveggenti, uomini e bambini al tempo stesso, iniziandoci alla vita e alla morte, ci insegna a danzare con il dolore.
L’altro è un’avventura inesauribile, ci strega con la sua ineffabilità, è irraggiungibile, inclassificabile e per questo suscita e alimenta il desiderio, la ricerca: ci rende vivi, vitali, tanto che egli diviene l’origine della nostra gioia e delle nostre risposte. E’ un’apparenza allusiva che rimanda a significati nascosti, vive nel segreto, è la menzogna che mi permette di vedere la verità, poiché incarna e fa rivivere il mio pianeta interiore, resuscita i miei fantasmi e poi colma il mio senso di vuoto, avvolgendomi nel suo mantello. Egli coincide con il mio desiderio inconscio, lo rappresenta e lo evoca così che io mi arricchisco di uno psichismo a me sconosciuto, attingo nel mio stesso immaginario che ora è attivato consentendomi l’inabissamento, la traversata del mare, il cammino della libido verso le origini e dunque un’esperienza trasformativi, ovvero lo sciogliersi dell’abbraccio inconscio: il rischio è lo smarrimento, il premio è la rinascita: si apre la storia.
L’innamorato è colui che è in uno stato di squilibrio, sembra vacillare dinnanzi alla promessa di assoluto e di totalità che l’altro incarna. E’ mosso da un senso di illimitato, ma ciò che riesce ad afferrare è limitato, così è spinto alla ricerca, è attivato dalla negazione dell’amante, ricoperto di fiori e insulti. La sua energia scorre tra la radice e la chioma, collegando e fondendo gli opposti nell’attimo del naufragio: è allora che incontriamo l’ignoto e capiamo delle cose nuove. La conflittualità è lo stile di vita dell’innamorato, il disorientamento è la sua condizione esistenziale, una nave senza nocchiero in un mare in tempesta ne è il ritratto.
Il sesso conturba i sensi, li altera, sconvolge l’assetto, rompe la quiete, contamina chi è sano, si propaga dentro le forme, comunica il nucleo, lo spirito; si trasforma in dono e svanisce dopo essersi mostrato, si eclissa dopo essersi presentato, impallidisce dopo aver bruciato, infine, si oscura lasciandoci una promessa.
La creatività è la modalità infantile e ideale di entrare in relazione con il mondo, quindi con l’altro, in maniera empatica e diretta, dunque profonda. Essa trasforma le cose, la vita, il mondo, perciò seduce e lo fa in un solo modo: attraverso la via delle emozioni.
La creatività è la risposta più ampia che possiamo dare al dolore, al vuoto. Consente di “essere” nella propria storia e nel mondo, tramite uno slancio vitale e personale. E’ una dimensione interna, uno stato d’animo di ispirazione e “vibrazione”, una modalità di relazione, un atteggiamento affettivo, una scintilla divina che consente di vedere la meraviglia, raccontarla, rappresentarla.
La polarità ed il conflitto ne sono all’origine, sua dimora è l’inconscio. Si dice infatti che il sogno sia arte poetica involontaria, ma per “sognare” è necessaria una capacità regressiva dell’Io verso l’inconscio, dove è riposta la ricchezza psicologica. La libido fluisce così al punto di origine e tale discesa nel mondo sotterraneo è di per sé creativa, in quanto permette il bagno nel processo primario, il ritiro nel vuoto fertile: l’Io incontra l’assurdo, l’irrazionale, permettendo la congiunzione degli opposti che caratterizza l’uomo creativo, vitale, audace, disposto a giocarsi la vita, nel rischio dell’annientamento e della dissociazione.
Il guadagno che questo processo di discesa/morte/rinascita comporta è una migliore recettività che deriva dall’apertura all’inconscio e all’alterità. Io aperto, significa Io recettivo, capace di lasciarsi dominare dagli oggetti e di incontrare la meraviglia: una delle finestre che aprono alla creatività.
L’elaborazione e la tolleranza del conflitto portano l’uomo creativo ad una libertà interiore contagiosa quanto seducente. E’ tale scelta autentica, il simbolo della vittoria sull’esistenza.
( liberamente tratto da r.ruga)
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