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Dizionario delle cose perdute, frasi [Francesco Guccini]

Creato il 27 marzo 2015 da Frufru @frufru_90

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Dizionario delle cose perdute, frasi [Francesco Guccini]
Vogliamo voltarci indietro e riguardare con affettuosa rimembranza a tante piccole cose che abbiamo incontrato e che, come tante altre cose andate, più che andarsene ci sono volate via.
Vidi, secoli fa, un contadino delle mie parti portare una maglia di lana (solo quella, niente camicia) in pieno agosto, mentre, sotto il sole, stava lavorando, e grondava sudore da tutte le parti. Dissi: «Ma non ha caldo?». Rispose, non so se a ragione o per frutto di atavica, fallace convinzione: «Quello che tiene il freddo tiene anche il caldo».
Anche noi, da ragazzi, giocavamo, e non smettevamo mai: senza elettricità e con niente inventavamo strumenti ludici, e ogni tanto mi prende un desiderio strano, la voglia di radunare qualche coetaneo e, in segreto, di nascosto, da qualche parte, rifare almeno uno dei vecchi giochi che, senza bisogno di attaccare una spina, resero felice la nostra infanzia.
Il postino funzionava in paese, ma se la lettera da spedire era per un abitante di una frazione distante, si aspettava che passasse una persona di quel posto isolato e gliela si affidava: “Tè, Gino, c’è una lettera per la Iolanda di Carletto, tu che abiti lì vicino mi fai il piacere di dargliela?”. “Lì vicino” magari era un chilometro buono. Il concetto di urgenza era molto diverso; e anche quello di privacy.
Nell'immediato dopoguerra c’era una voglia di ballare che faceva luce. Dopo la grande tragedia la gente voleva dimenticare, aveva bisogno di feste, di vita, e il ballo forniva la medicina giusta. Le sale nascevano alla stessa rapidità con cui si tiravano su le case, i ponti, le strade e i binari della ricostruzione.
Quanti amori saranno nati su quelle piste dai nomi fantasiosi, e quanti svaniti nel volgere di una danza, quante frasi di grande nonscialanza pronunciate fra un ballo e l’altro (“Viene qui spesso, signorina?”, “Ma lei, scusi, studia o lavora?”, “Fuori c’ho la macchina, se vuole l’accompagno a casa!”, “Non stringa tanto, per favore!”), quante coppie si sono formate, hanno fatto figli, hanno vissuto la loro vita e ogni tanto, in pacifica vecchiaia, si ricorderanno forse di quel “balla, signorina?” che ha dato inizio alla loro storia.
Una conseguenza della scomparsa dei pantaloni cortissimi forse c’è stata: esistono ancora le ginocchia ricolme di gloriose croste?
Cominciava a delinearsi quel famoso motto della naia che recita: “La vita militare è rendere le cose facili difficili attraverso l’inutile”.
In ogni casa ci sono circa dieci biro, di cui solo due funzionanti, e male. A volte si volatilizzano, è fenomeno fisico accertato che una biro, lasciata incustodita anche solo per alcuni secondi, sparisca e non si trovi più.

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