Magazine Cinema
Regia: Quentin Tarantino
Interpreti: Christoph Waltz, Jamie Foxx, Leonardo di Caprio
Trama: Stati Uniti del Sud, alla vigilia della guerra civile. Il cacciatore di taglie di origine tedesca dottor Schultz, su un carretto da dentista, è alla ricerca dei fratelli Brittle, per consegnarli alle autorità. Per scovarli, libera lo schiavo Django, promettendogli la libertà a missione completata. Tra i due uomini nasce così un sodalizio umano e professionale che li conduce attraverso l'America delle piantagioni e degli orrori razzisti alla ricerca dei criminali in fuga e della moglie di Django, Broomhilda, venduta come schiava a qualche possidente negriero.
"Come ti Chiami?" "Django, la D è muta!"
"Lo sò".
Come già successo con "Prometheus", e come accadrà per tanti altri, arrivo all'appuntamento con uno dei film più attesi della scorsa stagione in tremendo ritardo. Nel caso di "Django Unchained" pure clamorosamente impreparata, dato che non amo troppo i western e la sola cosa che conosco del "Django" originario è che è stato interpretato da Franco Nero ma non ho visto il film.Però "Django Unchained" è un film di Quentin Tarantino. Quentin, si sà, non delude (quasi) mai, perchè è un geniaccio che conosce ed ama follemente il cinema e nei suoi film si vede, sempre, persino quelle rare volte che ha, parzialmente, mancato il bersaglio; penso soprattutto a " a prova di morte" ed all'episodio del, secondo me, fallimentare "Four Rooms". Ma, come spesso accade ultimamente, stò andando fuori tema.
Torniamo a "Django Unchained".
Allora, "Django Unchained" è pura goduria cinefila. E potrei fermarmi qui.
Con una sceneggiatura perfetta, Tarantino frulla insieme spaghetti western, romanzo di formazione e rivisitazione storica, schiavitù e razzismo.
Il risultato sono tre ore fulminanti, ironiche, pulp, coraggiose, sfacciate, piene di dialoghi brillanti e personaggi indimenticabili che scorrono via veloci, senza mai stancare lo spettatore.
Come al solito, Quentin si dimostra poi un vero maestro nella gestione del cast.
Jamie Foxx si prende il ruolo rifiutato, pare, da Will Smith ( probabilmente sarebbe riuscito a recitare in maniera decente pure lui diretto da Tarantino) e ne esce alla grandissima. Il suo Django è rabbioso ed animato dal giusto desiderio di vendetta.
Christoph Waltz si dimostra una assoluta certezza, un attore gigantesco, che, raramente, sbaglia interpretazione. Il suo dottor Schultz raggiunge le vette del colonnello Hans Landa di "Bastardi Senza Gloria" e Waltz ci regala un'altra interpretazione indimenticabile.
Leonardo Di Caprio nei panni del negriero Candy, laido e crudele come non mai si conferma attore di rilievo, che continua inspiegabilmente ad essere snobbato dall'Academy; maestoso come al solito, quando lavora con Quentin non sbaglia mai, Samuel L.Jackson, nei panni del viscido tirapiedi di Candy.
Insomma, anche se in clamoroso ritardo, mi unisco al coro unanime.
"Django Unchained" è un film grandioso, l'ennesimo atto d'amore di un grandissimo regista, l'omaggio supremo ad un genere che non esiste più. (e questa recensione non gli rende certo giustizia....)
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